Chi scrive non è di primo pelo. A 20 anni, nel 1996, la mia prima moto fu proprio una supersport, Honda CBR600F del ’93, nera e fucsia perché c’è anche l’età in cui si è tamarri. Con quella quattro cilindri di 600 cc ci facevo tutto: casa-università quotidianamente, giri in montagna nei weekend, qualche uscita in pista tra Varano e il Mugello (con gomme prese usate dal meccanico, perché i soldi erano quelli di uno studente che arrotondava lavorando la sera in pizzeria...) e vacanze d’estate con la ragazza, bauletto e borse morbide. Non ho mai voluto una moto più da pista, non ho mai voluto una moto più turistica. Era un mix che divertiva sempre. Negli anni ho provato di tutto, come tester, e l’estremizzazione ha portato a non avere più questo genere di moto.
Questa R9 è ancora un po’ poco attenta all’uso stradale (codino troppo piccolo per il passeggero e le borse, manubri troppo bassi), ma va nella direzione che mi piace, quella della moto che nasce per farti divertire ogni giorno. E poi ha il cruise control e una buona protezione dall’aria, ma anche un’elettronica da R1M a tutti gli effetti e quindi è moderna, completa, con componentistica di valore.
C’è tutto per godersela in contesti molto diversi e a un prezzo davvero interessante per quello che offre.
Per il test completo e per sapere con quali voti ha superato il nostro SottoEsame clicca QUI: Test Yamaha R9: i voti del #Sottoesame
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Yamaha R9: le foto del #SottoEsame
Quel codino spigoloso e sparato in aria insieme alle forme pulite con le ali aerodinamiche ben integrate nella linea creano un pacchetto che si sposa bene con questa nuova sportiva
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