Un bel sole caldo e nove avversarie pronte a tutto. Sarà riuscita la Suzuki V-Strom a mantenere l'ambita corona di regina delle Alpi?

Finale Alpen Masters 2024: ecco la regina!

Quando devi partecipare ad un’impegnativa superprova che tocca alcuni dei passi più alti e affascinanti dell’arco alpino, hai un solo desiderio: una calda giornata di sole. Preghiera esaudita!

Così, eccoci pronti a scalare le tortuose pendenze tra lo Stelvio e il Gavia per una finale che si preannuncia infuocata. Oltre agli otto modelli usciti vincitori dalle eliminatorie, il gruppo ritrova la <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/suzuki/v-strom-800-de">Suzuki V-Strom 800DE</a>, trionfatrice della scorsa edizione, e quindi in finale di diritto, pronta a battagliare con le agguerrite avversarie. In particolare, il blocco delle tedesche, capitanato dalla <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/bmw-motorrad/r-1300-gs">BMW R 1300 GS</a>, fa davvero paura! 
Certe “scalate al vertice”, però, non sono una passeggiata per nessuno. Soprattutto quando a scandirne le tappe è un anfiteatro motociclistico tecnico e probante come i leggendari tornanti dello Stelvio e i passi limitrofi. Un percorso assai impegnativo per i tester e le moto in gara. Da qui in avanti, poi, niente più misurazioni, dati strumentali, punteggi da calcolare. L’unico parametro di giudizio diventano le sensazioni viscerali dei 9 giudici – giornalisti e tester di alcune delle più prestigiose testate europee – espresse per alzata di mano, senza possibilità di appello. E alla fine… ne rimarrà soltanto una.

<h2>Indice:</h2>

<ul>
	<li>La prima eliminata (pag.2)</li>
	<li>La seconda eliminata (pag.3)</li>
	<li>La terza eliminata (pag.4)</li>
	<li>La quarta eliminata (pag.5)</li>
	<li>La quinta eliminata (pag.6)</li>
	<li>La sesta eliminata (pag.7)</li>
	<li>IL PODIO: la 3° classificata (pag.8)</li>
	<li>La vincitrice dell'Alpen Masters 2024 (pag.9)</li>
</ul>

<a href="https://www.inmoto.it/news/approfondimenti/2024/09/09-7502506/qj_motor_cambia_le_regole_potenza_piena_sulla_nuova_srt_550_sx" rel="noopener" target="_blank">QJ Motor cambia le regole: potenza piena sulla nuova SRT 550 SX</a>

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<h2>Alpen Master 2024: la prima eliminata</h2>

Si parte! Se vi avessimo chiesto di puntare sulla prima eliminata alla finale di quest’anno, probabilmente in molti avrebbero pensato ad un’altra delle “entry level” in gara. E invece, la prima moto ad abbandonare la sfida è la <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/kawasaki/z500">Kawasaki Z500</a>.

Non è semplice la vita all’Alpen Masters per una naked d’accesso; contendenti di altri segmenti hanno armi ben più consistenti da far pesare in una competizione così. La nuda giapponese, in particolare, non ha convinto pienamente in termini di abitabilità, capacità di carico e protettività; tutte doti rilevanti per una perfetta regina delle Alpi. Mentre sul piano della pura emozionalità, altre nude in gara, come la <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/ktm/990-duke">KTM 990 Duke</a> ma anche la piccola <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/husqvarna/svartpilen-401-1">Husqvarna</a>, rivelatasi una piacevole sorpresa, sono riuscite a esprimere qualcosa in più. Ad ogni modo, la buona agilità e la facilità di guida hanno permesso alla “Zetina” di lasciare la competizione a testa alta.



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<h2>Alpen Master 2024: la seconda eliminata</h2>

Più di qualcuno, invece, avrebbe puntato sull’immediata eliminazione della <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/husqvarna/svartpilen-401-1">Svartpilen 401</a> – motore monocilindrico e minore cubatura rispetto alla Kawasaki – che viceversa ha tenuto botta resistendo al primo colpo di mannaia. Ma non al successivo: è lei la seconda eliminata.

Una piccola motocicletta dal grande carattere: frenata eccellente, soprattutto al posteriore; sospensioni che lavorano bene e offrono un buon supporto anche quando il ritmo di guida aumenta. Un mezzo agile nei tornanti stretti con un motore che esprime un carattere da vero monocilindrico, spingendo bene dai 3.000 ai 9.500 giri. La potenza, però, è appena sufficiente per uscire agevolmente dalle curve in salita, soprattutto con il passeggero, mentre la scarsa protezione aerodinamica limita il comfort sulle lunghe distanze. Ad ogni modo, il fatto di essere arrivata in finale la dice lunga sulle qualità di una moto che, nonostante il calibro delle avversarie, ha saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista.



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<h2>Alpen Master 2024: la terza eliminata</h2>

Il terzo modello a lasciare la sfida (all’unanimità) è la <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/ducati/hypermotard-698-mono-rve">Ducati Hypermotard 698 Mono RVE</a>. Premessa, per godersi un paio d’ore di puro divertimento tra spirali d’asfalto strette e infinite, come quelle che si arrampicano su alcuni dei passi più impegnativi, è difficile immaginare di meglio: agilissima, hyper-reattiva, ti strega con una sensazione di controllo totale e la facilità con cui l’avantreno “disegna” angoli acuti nel misto stretto. D’altronde, quando a Borgo Panigale devono progettare un nuovo modello fanno più o meno così: prendono uno shaker, ci infilano dentro cattiveria, fulmini, saette, fascino e dinamite; poi aggiungono un manubrio, una sella, due ruote, l’immancabile tocco “bloody red” et voilà… il motociclismo è servito.

Allora perché l’eliminazione? 
Perché una scorribanda tra i passi alpini, in genere, dura più di qualche ora e dopo un po’, l’impostazione racing, lo scarso comfort, l’assenza di protezione aerodinamica arrivano a pesare in maniera determinante.



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<h2>Alpen Master 2024: la quarta eliminata</h2>

La<a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/suzuki/gsx-8-r"> Suzuki GSX-8R</a> è un’altra piacevole sorpresa di questa edizione. Certe moto sanno “di casa”. Le senti tue appena ci sali sopra e ci vai forte subito, senza sforzo. È per questo che la dipartita della sportiva giapponese – quarta eliminata, all’unanimità – un po’ dispiace. Una moto equilibrata sotto ogni punto di vista… forse fin troppo: sportiva ma non estrema, prestazionale ma non emozionale, comoda ma non comodissima. Ciò che le è mancato è forse quel quid, quell’accento di carattere in grado di farla emergere.



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<h2>Alpen Master 2024: la quinta eliminata</h2>

Carattere che, invece, non manca alla <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/ktm/990-duke">KTM 990 Duke</a>, eliminata numero 5 ma con un risultato meno netto. Una sportiva senza carene capace di rivaleggiare a tu per tu con qualunque race replica. Impossibile, dopo una mezza giornata insieme, non sfoggiare un sorriso a 36 denti sotto al casco: anche sui percorsi più guidati, con geometrie chiuse come le spire di un boa, ad ogni colpo di gas corrisponde un giro sul teletrasporto. Piega. Teletrasporto. Piega successiva… e via così, fino in cima. Se un giorno la propulsione a curvatura spazio-tempo dovesse diventare realtà, dovrebbero chiamarla “Duke”. Di sicuro, tra le moto in gara, una di quelle con l’accento emozionale più marcato. Una vera arma da misto (stretto, veloce, poco importa), in cui ciclistica, motore ed elettronica lavorano in simbiosi per regalare puro piacere di guida.

Ma questo è l’Alpen Masters e l’adrenalina, da sola, non basta a conquistare la gloria. Servono anche più prosaiche doti di comfort e abitabilità, e in questo senso gli altri modelli in gara hanno fatto meglio. Non stupisce, quindi, che da qui in avanti la sfida si sia ristretta a crossover e maxienduro. Mezzi che oggi, probabilmente, incarnano al meglio le doti di polivalenza, efficacia, comodità e divertimento di guida, connaturate a una perfetta regina di montagna. E non stupisce nemmeno che nelle prime 4 posizioni figurino ben 3 modelli BMW: la Casa bavarese, quest’anno, si è data un gran da fare in questi segmenti e i frutti si vedono.



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<h2>Alpen Master 2024: la sesta eliminata</h2>

La medaglia di legno va alla <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/bmw-motorrad/s-1000-xr">S 1000 XR</a>, quarta classificata. Una crossover protettiva, confortevole ma con motore e ciclistica da bodybuilder che non sfigurerebbero tra i cordoli: infinito il 4 cilindri, impeccabili le sospensioni. Tra gli ultimi modelli rimasti in gara, però, è anche il meno spigliato tra i tornanti più stretti, limite emerso soprattutto aggredendo quelli del versante bolzanino dello Stelvio. Rimane giù dal podio, ma, risultato della comparativa a parte, la XR si conferma una splendida “signora di montagna” che non sfigurerebbe nel garage di qualunque “mangia-passi” dall’indole sportiva.



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<h2>Alpen Master 2024: il podio, la 3° classificata</h2>

Bene: adesso arriva il momento di chiudere stretti i rubinetti della razionalità. Il podio di una comparativa come l’Alpen Masters – al di là di differenziazioni più o meno marcate tra le contendenti – è impermeabile ai canonici criteri di giudizio. A questo punto, è soprattutto una questione di sensazioni pure. E valutazioni ampie, personali di ogni giudice; non ultime quelle più prosaiche come il rapporto spesa/resa. Terza classificata è la <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/bmw-motorrad/f-900-gs-adventure">BMW F 900 GS</a>. Una moto per il turismo avventuroso (off-road incluso) che però, grazie ad una versatilità “fuori quota”, è stata capace di scalare la classifica di unacompetizione 100% stradale. Prestazioni, sfruttabilità, disinvoltura anche nei tratti guidati più tecnici (nonostante la ruota anteriore di 21’’) fanno il paio con un elevato comfort di guida e una facilità di gestione notevole: una moto accessibile, adatta a tutti.



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<h2>Alpen Master 2024: la vincitrice</h2>

Qualità proprie anche della Suzuki V-Strom 800DE. Ma la giapponese – trionfatrice della scorsa edizione – nello specifico contesto dell’Alpen Masters riesce a infilarci sempre qualcosa in più. Un’alchimia non facile da spiegare. Proviamoci: il modo in cui esce dai tornanti, la “presenza” del motore (sempre costante e muscolare), ingressi e percorrenze precisi, la capacità di diventare un tutt’uno col pilota… un senso di appagamento di guida oggettivo (o comunque, reso tale dal giudizio unanime e concorde di tutti); e poi, il rapporto qualità/prezzo che la certifica come una “best buy” senza se e senza ma. Alla Suzuki va la medaglia d’argento. Un risultato ancora una volta eccezionale, se si considera la caratura delle moto battute (e di quella in vetta), che consacra la VStrom 800DE tra le massime protagoniste della guida d’alta quota. E

Finalmente eccoci: conquista la corona di regina delle Alpi 2024 la BMW R 1300 GS. Un risultato prevedibile? Sì. Meritato? Incontestabilmente. Il fatto stesso che prima dell’ascesa della Multistrada V4, le precedenti versioni abbiano dominato per così tante edizioni la dice lunga su un modello che rappresenta un’autentica “liturgia di montagna”. Una fede, per gli amanti dei passi alpini, che quando si spinge così forte sul pedale dell’innovazione, come ha fatto l’ultima GS 1300, può solo consolidarsi: un invidiabile bilanciamento complessivo, assenza di trasferimenti di carico, un feeling e una facilità disarmanti sui tornanti più stretti; tutto il comfort di una crossover fatta per macinare chilometri, spinta da un boxer che ad ogni manata di gas gonfia i pettorali come un gorilla di montagna, mentre la ciclistica incide l’asfalto con rasoiate da bomber. Insomma, una vittoria schiacciante: scacco matto! (Almeno fino al prossimo Alpen Masters). 

<a href="https://www.inmoto.it/news/approfondimenti/migliori-moto/2024/09/09-7502320/alpen_masters_2024_bmw_s_1000_xr_vs_suzuki_gsx-s1000gx" rel="noopener" target="_blank">Alpen Masters 2024: BMW S 1000 XR vs Suzuki GSX-S1000GX</a>

Pronti a scalare le tortuose pendenze tra lo Stelvio e il Gavia per una finale che si preannuncia infuocata. Oltre agli otto modelli usciti vincitori dalle eliminatorie, il gruppo ritrova la Suzuki V-Strom 800DE, trionfatrice della scorsa edizione, e quindi in finale di diritto

Alpen Masters 2024: le finaliste della comparativa

Un bel sole caldo e nove avversarie pronte a tutto. Sarà riuscita la Suzuki V-Strom a mantenere l'ambita corona di regina delle Alpi?