Dentro le fabbriche CFMOTO: abbiamo visto il cuore del drago

Dentro le fabbriche CFMOTO: abbiamo visto il cuore del drago

Siamo stati nel quartier generale dell'azienda cinese e abbiamo scoperto una realtà iper-tecnologica e all’avanguardia. Ecco il nostro breve racconto

30.07.2024 ( Aggiornata il 30.07.2024 09:11 )

Le aziende cinesi stanno lentamente ma inesorabilmente sbaragliando il mercato, è un dato di fatto. Sono in piena fase ormonale: c’è sperimentazione, voglia di fare, ogni giorno nasce un nuovo marchio. Sono a tutti gli effetti il polo produttivo del mondo intero. Anche da loro però c’è una gerarchia: ci sono marchi più o meno solidi, aziende che lavorano con certi standard e altre…meno. Tra quelle che si stanno maggiormente distinguendo c’è CFMOTO, che ci ha aperto le porte del suo regno, invitandoci a visitare i suoi stabilimenti. Ecco un breve racconto di com’è andata.

NEL CUORE DEL DRAGO

Entrando nel quartier generale a Hangzhou, non lontano da Shangai, la prima impressione che si ha è quella di un’azienda più che occidentale. Sembra davvero di essere in una hi-tech company americana, tutto è perfettamente ordinato, pulito e all’avanguardia. Robottini che viaggiano da soli, pulizia ovunque, tre mense diverse, sale relax, palestre e perfino un market. Posso quindi confermare che sì, sono una potenza intergalattica. Anche più di quanto immaginassi. Il livello di automazione e di tecnologia raggiunto dalle loro fabbriche è qualcosa di veramente surreale. Capannoni immensi, edifici a specchio alti quanto una montagna, uffici moderni e iper-tecnologici, macchinari estremamente evoluti e automatizzati. E tanti, tantissimi dipendenti. C’è poco da fare, le aziende orientali come CFMOTO possono contare su una manovalanza praticamente infinita. Sono aiutati dallo Stato? Può essere, ma in fondo, che ci sarebbe di male? Fanno benissimo a investire su realtà che funzionano e che valorizzano il proprio Paese. L’altra cosa impressionante è la velocità, di qualunque processo o attività. Per esempio, di fronte all’entrata principale dell’azienda sono in costruzione 5 grattacieli. “Sono nostri, avevamo bisogno di più spazio. Contiamo di terminarli entro un anno”. Immaginatevi la Silicon Valley, solo che qui sono soltanto cinesi… Questi spingono di brutto.

Cfmoto 675 SR-R, in diretta dalla Cina

Quanto tempo occorre per assemblare una moto

Dopo la visita agli uffici e al piccolo (ma interessante) museo con esposti i modelli più iconici dell’azienda (alcuni anche di dubbio gusto, diciamola tutta…), è il momento di visitare la fabbrica vera e propria, dove vengono costruite e assemblate le moto. E anche in questo caso, a sorprendere è l’incredibile livello di automazione e la quantità smisurata di personale. Come in tutte le fabbriche che ho visitato anche qui trovo delle classiche linee di produzione, ma tutto è estremamente rapido, veloce. Per assemblare una moto intera (in questo caso una 450SR-S) ci vuole poco più di mezzora. Dopodiché ci sono le ultime fasi di collaudo (test sul rumore, banco prova ecc.) e la moto è pronta per essere commercializzata. Anche qui, robot che si muovono in maniera indipendente nei vari reparti, spostando componenti e oggetti nei luoghi preposti. Tutto è caratterizzato da pulizia e ordine. Ma siamo in Cina o in Europa?

LO STABILIMENTO KTMR2R

Durante i nostri giorni di permanenza abbiamo visitato tanti altri reparti. Come lo stabilimento KTMR2R, dedicato alla costruzione e assemblaggio delle moto del brand austriaco (si chiama così perché in Cina il brand KTM era già registrato: da qui la scelta di chiamarlo KTMR2R, ovvero Ready To Race), dove ci è stato vietato di fotografare qualunque cosa. O anche la sala di controllo generale, un luogo pazzesco: attraverso un super-pannello lungo una quindicina di metri, la dirigenza può controllare l’efficienza dei dipendenti, lo stato dei veicoli circolanti… e un sacco di altri parametri. Incredibile.

Oggi è il momento della Cina

La visita a CFMOTO ha ricordato per alcune cose l’Italia negli anni '90-primi 2000, quando l’entusiasmo per le due ruote di fatto toccò il suo massimo vertice di sempre. Erano anni incredibili: chi ha avuto la fortuna di viverli ricorda bene come tutto sembrava possibile. Quante aziende di moto italiane esistevano in quegli anni? Tantissime, servirebbe un’enciclopedia solo per elencarle tutte. Senza contare il mondo degli scooter, in particolare dei cinquantini… A pensarci oggi sembra passato un millennio, e invece erano poco più di vent’anni fa. Oggi il mondo è molto diverso e la maggior parte di quelle aziende non esiste più. Ma venire qui, in Cina, mi ha fatto pensare a quegli anni italiani, quando le moto si vendevano come il pane e tutti ne desideravano una. Oggi sembra che la moto stia tornando a piacere, agli italiani. Ma il mondo è globalizzato e ora è il momento dei cinesi. Se poi il livello è quello di CFMOTO… Come fare a fermarli?

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