Moto e auto elettriche, un successo che tarda ad arrivare: perché?

Moto e auto elettriche, un successo che tarda ad arrivare: perché?

Una ricerca pubblicata dall'associazione europea dei costruttori di auto (Acea) dimostra la relazione fra disponibilità di punti di ricarica sul territorio e vendite di veicoli elettrici. E l'Italia ha molto da lavorare su questo

07.06.2024 10:06

L'Italia figura al 5° posto nella classifica europea dei Paesi con più punti di ricarica per veicoli elettrici. In sè non sarebbe un cattivo risultato, ma il distacco accusato dai primi tre Stati della classifica è enorme. L’Olanda, sette volte più piccola del nostro Paese, guida la classifica con 144.453 colonnine, contro le nostre 41.114 (dati EAFO 2023). Seguono la Germania (120.625), la Francia (119.255) e il Belgio (44.363).

I primi tre Paesi hanno il 61% di tutte le colonnine europee!
Si tratta di un dato importante, perchè racconta uno squilibrio che si riverbera sulle vendite: dove ci sono più punti di ricarica si vendono più veicoli elettrici.

Obiettivo europeo di 3,5 milioni di colonnine entro il 2030 a rischio

Perchè rendere l’energia elettrica disponibile (magari anche a costi ridotti) è sicuramente un passo fondamentale per invogliare i consumatori a scegliere a questo tipo di propulsione. C’è da superare la paura radicata di rimanere fermi con le batterie scariche.
Ma siamo in ritardo.
Dal 2017 al 2023 i punti di ricarica in Europa, oggi a quota 630mila, sono cresciuti di 6 volte; mentre i veicoli elettrici sono cresciuti di 18 volte. Continuando così mancheremo l’obiettivo europeo di raggiungere quota 3,5 milioni di colonnine entro il 2030. E dire che per l’industria europea dell’auto, rappresentata dall’ACEA, si tratterebbe di un obiettivo fortemente sottostimato: loro calcolano infatti che nel 2030 di colonnine ne serviranno molte di più, 8,8 milioni.

Il prodotto è maturo, mancano le infrastrutture

In questi anni di avvicinamento alla svolta programmata del 2035 (tutta da confermare...) sarebbe insomma tassativo investire maggiormente sulle infrastrutture. Invece in Italia, dove comunque le colonnine sono abbastanza capillarmente diffuse, soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, si sente spesso parlare di malfunzionamenti e di ricariche impossibili. In questo modo la fiducia dei consumatori scende. E siccome le vendite dei mezzi elettrici ristagnano nella maggior parte dei Paesi europei, anche la svolta elettrica del 2035 sembra allontanarsi.
Colpa dell’infrastruttura.
Se ci pensate, in molti fra quelli che usano veicoli elettrici ne sono soddisfatti. Il prodotto è, come si suol dire, maturo. Mancano però ancora delle infrastrutture capillari e funzionanti.
La sfida per il futuro dei mezzi elettrici passa da qui. Dalla capacità dell’Europa intera di creare una rete di ricarica adeguata.

E ora, alcune notizie dal mondo dell'elettrico.

Indice:

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