Negli anni ‘70 le Ducati Scrambler erano monocilindriche 4T, con cilindrate da 250 a 450 cm³, ma negli stessi anni e con lo stesso nome, c’erano anche delle versioni 50 e 100 motorizzate 2T
Completamente diverse rispetto alle versioni 4T, sia per concetto, sia per l’utenza cui erano destinate, le piccole Scrambler 2T di casa Ducati vantavano, anch’esse, uno stile personale in grado di esercitare un forte carisma sul pubblico più giovane.
IL PROGETTO MADRE è quello da 100 cm³ da cui ha poi preso forma anche la versione 50, con l’arduo compito di ritagliarsi uno spazio nell’allora affollato settore dei “cinquantini” fuoristrada. Ai tempi, in Ducati, hanno pensato di proporre una moto essenziale, compatta e con un’estetica moderna. Il risultato fu una 100 che ha le stesse dimensioni di una 50. A parte la targa, l’unica differenza subito visibile tra il ciclomotore e la motoleggera è il disegno del gruppo termico, leggermente diverso per forma e dimensioni, e il carburatore di maggior diametro nella Scrambler targata.
DAL PUNTO DI VISTA COMMERCIALE non fu certo un successo, ma entrambe le versioni erano, comunque, dei mezzi onesti, con un aspetto giovane, dove spiccava una sgargiante livrea gialla e nera. A supporto di questo stile frizzante sui fianchetti svettavano due tabelle portanumero ovali, e c’era anche una marmitta rialzata munita di griglia. Il piccolo faro anteriore tondo appare quasi incassato tra gli steli della forcella, mentre sopra c’è un largo manubrio da cross con traversino, e sotto un corto parafango rialzato. Il telaio a doppia culla chiusa risulta adeguatamente robusto anche a supporto della motorizzazione maggiore.
PURE LA CICLISTICA ERA GIUDICATA ALL'ALTEZZA: forcella teleidraulica Marzocchi e ammortizzatori idraulici, ruote con mozzi in alluminio da 118 mm e cerchi di diverso diametro, 17” al posteriore e 18” all’anteriore. La versione 100 conta su alesaggio e corsa di 52 x 46 mm, per una cilindrata totale di 97,69 cm³. Era alimentata da un carburatore Dell’Orto da 24 mm. Il rapporto di compressione era di 11,2:1 e la potenza massima di 7 CV a 6.300 giri/min, erano sufficienti a spingere la compatta motoleggera fino alla soglia dei 100 km/h.
RAPPORTATA AI SUOI TEMPI, la moto risultava valida in quanto a prestazioni e disponeva di una buona accelerazione. L’artefice principale dell’esuberanza della “100” era da ricercarsi soprattutto nel vantaggioso rapporto peso/potenza, dal momento che il compatto aspetto della moto era identico a quello di un 50 da cross. La lunghezza dichiarata era di 1840 mm, l’interasse di soli 1180 mm e l’altezza della sella di 730 mm ma, soprattutto, il peso della Scrambler 100 in ordine di marcia era di 67 chili, solo tre in più rispetto alla versione di 50 cm³.
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