Test Moto Morini Calibro, i voti del #SottoEsame

L’azienda con sede a Trivolzio presenta una cruiser facile facile, dal prezzo accessibile e con contenuti tecnici degni di nota. Competitor? Ben poche. Scopriamola nel nostro #SottoEsame

08.07.2024 11:56

MOTO MORINI CALIBRO: COMFORT ED ERGONOMIA

Inizialmente abbiamo detto che moto come questa Morini Calibro possono essere una scelta estremamente interessante, soprattutto per chi comincia o per chi vuole una moto poco impegnativa. In effetti, l’approccio con lei è a prova di neopatentato.
La sella è veramente rasoterra (725 mm) e lo sterzo estremamente generoso. Due elementi che trasformano i suoi 200 kg a secco (non pochissimi) in una moto gestibile da chiunque. A bordo poi ti accoglie con un equipaggiamento essenziale. Non ci sono strani tasti sul manubrio, solo una strumentazione tonda e col contagiri analogico e un piccolo schermo dove visualizzare le informazioni principali (un po’ poco luminoso, ma la nostra versione era ancora un pre-serie: su quella definitiva ci hanno promesso che sarà più visibile). La sella tra l’altro è veramente ben imbottita; soltanto le pedane sono un po’ troppo avanzate.

VOTO 7,5

MOTO MORINI CALIBRO: PIACERE DI GUIDA

Tasto di massa e il bicilindrico della Morini Calibro prende vita: il sound non è certo da brividi, rimane un bicilindrico parallelo fasato a 180°, ma le sue doti sono altre.
Il motore infatti è forse la vera chicca di questa moto. Perché è burroso nell’erogazione, pieno e vigoroso fin dai bassi regimi ma allo stesso tempo morbido, vellutato. Ai bassi spinge con convinzione, poi c’è un piccolo plateau attorno ai 4-5.000 giri, dove sembra prendere fiato, per poi ritrovare vigore oltre i 6.000 e lanciarsi in un allungo perentorio fino a poco oltre i 9.000 giri.
Un carattere quasi sportivo, che non ti aspetti da una moto del genere.

Ma difficilmente andrete a pizzicare simili quote. Moto come la Calibro sono più a loro agio utilizzando il sottocoppia, cambiando marcia spesso e lasciandosi spingere da un bicilindrico che forse non avrà la voce da baritono, ma quando richiamato dall’acceleratore risponde sempre con convinzione. Decisamente più in forma delle sorelle Seiemmezzo e X-Cape.

Anche la ciclistica comunque è molto valida. Alle basse velocità la Calibro si rivela una moto davvero agile: baricentro basso e raggio di sterzo ristretto la rendono un’anguilla in mezzo al traffico, nonostante il “gommone” anteriore. E anche sulle statali tutte curve ti sorprende. Gli ammortizzatori posteriori in particolare sono perfettamente tarati e invece che spararvi colpi sulla schiena a ogni buca (cosa invece piuttosto tipica su moto di questo genere), assorbono e copiano con grande competenza. Sulle strade rovinate non si balla, mettiamola così. Anche la forcella assicura un buon rigore in frenata (e che frenata! Potente e ben modulabile, nonostante il singolo disco) e una volta in piega il manubrio non balla tra le mani. Ci si trova a guidare in maniera più brillante e disinvolta di quanto sarebbe lecito aspettarsi da una moto del genere. L’unico, vero limite sono le pedane, che interrompono prematuramente il divertimento, strisciando sull’asfalto a pochi angoli di piega. Ottima invece la taratura dell’ABS, decisamente poco invasivo; da segnalare giusto qualche vibrazione, soprattutto in zona pedane (ma anche queste non erano definitive).

VOTO 8,5

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