         BSA &egrave; uno storico marchio britannico di motociclette, da poco rinato grazie all'India e incorporato nell'universo Peugeot per la distribuzione europea. L'ultima novit&agrave; &egrave; la Scrambler, versione tassellata della classica gi&agrave; presente a listino, e ha fatto il suo debutto al Salone di Lione negli scorsi giorni. Tecnica semplice, look classico La Scrambler &egrave; equipaggiata con un motore monocilindrico da 652 cc&nbsp;raffreddato a liquido come la sorella Gold Star, progettato per garantire un'erogazione fluida e reattiva. Il telaio tubolare in acciaio &egrave; abbinato a una forcella telescopica da 41 mm e ad ammortizzatori regolabili nel precarico, studiati per offrire stabilit&agrave; su vari tipi di terreno. Dal punto di vista della sicurezza, il comparto frenante &egrave; affidato a un impianto Brembo, con un disco da 320 mm all'anteriore e uno da 255 mm al posteriore, entrambi dotati di ABS. L'impostazione avventurosa &egrave; garantita da pneumatici Pirelli Scorpion Rally STR con misure da 19 pollici all&rsquo;anteriore e 17 pollici al posteriore.  Parte di un rilancio concreto Negli ultimi anni si sta concretizzando la rinascita di questo storico marchio inglese, e come &egrave; gi&agrave; successo per il connazionale Royal Enfield, c'&egrave; di mezzo l'India con la nuova proprietaria dei diritti del marchio Classic Legends Pvt. Ltd, che appartiene al Gruppo Mahindra.  Con la nuova Scrambler si unisce il secondo tassello del rilancio europeo.&nbsp;Resta da vedere come il mercato risponder&agrave; a questa nuova proposta e quale sar&agrave; l&rsquo;effettiva capacit&agrave; di BSA nel competere con marchi gi&agrave; affermati nel segmento scrambler, che ultimamente non fa cos&igrave; tanti proseliti ed &egrave; molto competitivo.Lo scopriremo a partire da luglio 2025, quando verr&agrave; commercializzata anche in Italia.&nbsp;        

Nella strategia di rilancio del marchio inglese, non poteva che debuttare anche una versione per chi ama mettere le ruote sullo sterrato

BSA Scrambler 2025: arriva la classica tassellata

        BSA Gold Star 650, della moto e del suo grande ritorno ve ne abbiamo parlato l&rsquo;anno scorso quando siamo andati a provarla per voi, l&rsquo;articolo completo lo trovate qua, vi abbiamo anche anticipato che sarebbe stata presto disponibile una nuova colorazione, la &ldquo;Shadow Black&rdquo; l&rsquo;abbiamo descritta nel dettaglio qua. Bhe, se la stavate aspettando daoggi &egrave; l&rsquo;attesa &egrave; finita perch&eacute; &egrave; appena arrivata nei concessionari italiani. Oltretutto BSA ha deciso di proporla ad un prezzo di lancio (valido fino a dicembre) davvero interessante, la troverete infatti a 6599&euro; f.c. Da dove arriva la Gold Star? Dal suo lancio in Francia nel giugno 2023, l&rsquo;appeal dell'iconica Gold Star 650 e? diventato sempre piu? forte, lo dimostrano il Classic Motorcycle Award 2023 della prestigiosa rivista britannica MCN e le recenti nomination come miglior moto classica dell'anno ai Trophe?es de la moto 2024 in Francia e ai Premios del Motor presentati dal media spagnolo Motos.net.La mission di BSA con questa motocicletta &egrave; infatti quella di proporre un mezzo capace di trasmettere proprio quelle che sono le &ldquo;vibes&rdquo; del passato ma su un mezzo del tutto affidabile, moderno ed accessibile. Non a caso infatti la scelta di riportare in vita proprio la Gold Star, moto che per 25 anni &egrave; stata un&rsquo;icona del mondo del motociclismo e mezzo a due ruote di punta del brand. Venne infatti prodotta per la prima volta nel 1938 per celebrare la &ldquo;Gold Star Medal&rdquo; medaglia d&rsquo;oro ricevuta nel &rsquo;37 da Wal Andley, per aver vinto numerose volte il Tourist Trophy e per essere stato il primo ad aver raggiunto la velocit&agrave; di 102 mph (165 km/h) a bordo della sua BSA Empire Star. La Gold Star viene quindi originariamente prodotta dal &rsquo;38 al &rsquo;63 sia come 350cc che come 500cc e se ci fate caso il design dell&rsquo;ultimo modello prodotto del &rsquo;63 &egrave; praticamente identico a quello del modello oggi in commercio.  Un po&rsquo; di storia Ma la storia di BSA ha radici ben pi&ugrave; profonde, nel 1861 nasce la Birmingham Small Arms Company, produttrice armi da fuoco, mentre nel 1903 nasce la divisione motorcycles dalla quale nel 1910 nascer&agrave; la loro prima motocicletta. Negli anni '50, divenne il pi&ugrave; grande produttore mondiale di motociclette acquistando Triumph Engineering Co. Ltd. e vincendo importanti competizioni. Nonostante il successo per&ograve; nel 1971 registr&ograve; una grande perdita e cess&ograve; la produzione nel 1973. Arrivando ai giorni nostri BSA rinasce dopo esser stata acquisita nel 2018 dal gruppo Classic Legends per poi tornare sul mercato britannico nel 2021 e sul mercato europeo nel 2023, grazie ad un accordo con Peugeot che ne diventa distributore ufficiale.  Sguardo al futuro Ad oggi BSA &egrave; quindi tornata ad essere una sorta di start-up, ma con alle spalle una grande eredit&agrave;, riporto a tal proposito alcune parole di Emmanuel Charveron, che e? entrato lo scorso anno a far parte dell'azienda come direttore operativo. &ldquo;BSA e? un marchio con un'eredita? formidabile che sono orgoglioso di sostenere nel suo sviluppo in Europa. Permetteremo ai motociclisti di tutte le generazioni di riscoprire lo spirito di questo marchio leggendario. Con il sostegno dei numerosi concessionari che si sono impegnati da subito a favore di BSA, riporteremo in vita questo marchio iconico. Il nostro obiettivo e? di avere piu? di 150 punti vendita in Europa entro la fine del 2024. La 650 Gold Star e? gia? un successo e rende un doveroso omaggio ai modelli che hanno segnato la storia di questa casa britannica. L'unicita? e la facilita? d'uso della BSA 650 Gold Star faranno la gioia degli appassionati di moto." Per concludere possiamo anticiparvi che tra i progetti futuri ci sar&agrave; un ampliamento di gamma, infatti vedremo molto presto una nuova piattaforma, un 350cc sempre in stile classico e una versione &ldquo;plus&rdquo; della Gold Star che manterr&agrave; lo stesso telaio e lo stesso motore della 650 ma con un design che sar&agrave; pi&ugrave; simile ad una scrambler contemporanea. Noi quindi rimaniamo in attesa di scoprirle e di raccontarvi come andranno.        

Arriva anche in Italia la nuova colorazione della Gold Star 650

BSA: Storia, progetti futuri e l’arrivo della Shadow Black

        Si dice che il nero stia bene su tutto. &Egrave; un colore che calza bene a chiunque; &egrave; elegante, raffinato, capace di trasformare il semplice in affascinante. Seguendo questa logica, possiamo affermare che il total black sta bene anche sulle moto, qualsiasi forma abbiano e qualunque modello siano. Ecco perch&eacute; la livrea nera &egrave; spesso scelta da molti, e se si abbina allo stile retr&ograve;, altra seducente caratteristica, il risultato &egrave; come quello ottenuto da BSA per la sua nuova edizione della Gold Star: avvincente. Questa interessante versione della Gold Star, chiamata Shadow Black, &egrave; stata presentata al Motorcycle Live 2023 in Inghilterra. Il fascino del total black  La colorazione Shadow Black presenta una finitura nera lucida sul serbatoio del carburante e sui pannelli laterali, oltre a una striscia grigio scuro al centro che fornisce un tocco di sottile ed elegante contrasto. Inoltre, la livrea, elimina le decorazioni cromate sul motore e sullo scarico. L'intero motore &egrave;, invece, rifinito in nero opaco, ad eccezione di alcuni inserti in argento satinato sulla sua cassa. Persino lo scarico si presenta con una finitura nera ad alta temperatura, dai collettori al tubo di scappamento.La Gold Star, eccenzion fatta per il suo nuovo manto total black, resta uguale: monta un monocilindrico da 652 cc, raffreddato a liquido e con iniezione di carburante, che eroga 45 CV a 6.500 giri/min.  Ricordiamo, comunque, che la Gold Star &egrave; disponibile anche in altre colorazioni quali: Insignia Red, Midnight Black, Dawn Silver, Highland Green e Silver Sheen. CRESCE IL MERCATO DELLE MOTO IN EUROPA, E L&rsquo;ITALIA &Egrave; IN TESTA       

Questa interessante versione &egrave; stata presentata al Motorcycle Live 2023 in Inghilterra

BSA: la Gold Star veste di nero la nuova elegante livrea Shadow Black

Peugeot Motocycles sempre pi&ugrave; intenzionata a diventare una delle protagoniste del mercato italiano delle due ruote: il marchio francese sar&agrave; distributore ufficiale della BSA Gold Star sul mercato italiano. Questa partnership &egrave; il frutto della solida rete di relazioni dell&#39;azienda francese, ora sotto la gestione della societ&agrave; tedesca Mutares e del suo ex proprietario Mahindra &amp; Mahindra.    PEUGEOT NON SI FERMA PI&Ugrave;: CINQUE NUOVI MODELLI IN ARRIVO  L&#39;espansione di Peugeot  L&#39;espansione di Peugeot in Italia &egrave; evidente con l&#39;aggiunta di 43 concessionari, portando il totale a 144. Il marchio sta anche puntando al mercato premium entry-level con il lancio della PM-01, una naked da 125 cc caratterizzata da un design ispirato alle auto Peugeot. Nel 2024, si prevede il debutto della PM-03, una moto da 300 cc che andr&agrave; ad arricchire ulteriormente la gamma.  Nonostante la decisione di non partecipare all&#39;EICMA 2023 di Milano, Peugeot sta orientando i suoi investimenti verso il mercato orientale e nella mobilit&agrave; elettrica, introducendo lo scooter e-Streetzone.&nbsp;  PEUGEOT E DAB MOTORS, NUOVA PARTNERSHIP PER LE MOTO ELETTRICHE 

L&#39;azienda sta espandendo la sua rete di vendita nel nostro Paese con l&#39;aggiunta di 43 concessionari e si sta concentrando sulla mobilit&agrave; elettrica e sui mercati orientali

Peugeot si espande in Italia: distribuir&agrave; la BSA Gold Star

Negli ultimi tempi, viviamo molto di ricordi. Sar&agrave; per il biennio di Covid, che ha cancellato in buona parte le nostre certezze, sar&agrave; per un futuro della mobilit&agrave; (parliamo dell&rsquo;elettrico) che non riesce ancora a convincerci. Sia quel che sia, il risultato &egrave; che sempre pi&ugrave; spesso ci capita di tornare con la mente ai ricordi di giovent&ugrave; e, di conseguenza, alle moto che ormai sono considerabili di un&#39;altra epoca. Il fatto che le aziende di moto stiano rispolverando nomi storici dall&rsquo;armadio &egrave; il frutto di questi ragionamenti. Ecco perch&eacute; non poteva esserci momento migliore per un&rsquo;azienda come BSA per tornare sul palcoscenico delle moto e di farlo con un mezzo che ricalca esattamente i valori di un tempo. Si chiama Gold Star, &egrave; una classica senza se e senza ma e ha tutti gli ingredienti per fare bene, in questo momento storico. Ecco come se l&rsquo;&egrave; cavata alla prova del nostro #SottoEsame.&nbsp;    BSA GOLD STAR: DESIGN  Il centro design in Inghilterra aveva in testa l&rsquo;obiettivo di riproporre la stessa, identica ricetta del passato, senza snaturare il progetto. Obiettivo centrato: la Gold Star &egrave; cambiata davvero poco. Lo si capisce osservandole una accanto all&rsquo;altra, non &egrave; facile capire quale delle due sia il nuovo modello. C&rsquo;&egrave; giusto qualche indizio (che potremmo anche chiamare caduta di stile&hellip;), come l&rsquo;ingombrante blocchetto con presa USB sul manubrio, o i parafanghi in plastica. Ma per il resto, rispetta tutti i canoni di una classica: cerchi a raggi, silenziatore a bottiglia, faro tondo e sella piatta. VOTO 7    BSA GOLD STAR: CONTENUTI TECNICI  Uno degli elementi principali della prima BSA Gold Star era il suo motore, rigorosamente monocilindrico, in un settore dominato dai bicilindrici paralleli. Beh, anche in questo caso nulla &egrave; cambiato: il motore rimane monocilindrico, ha una cilindrata di 652 cc ed &egrave; capace di 45 CV a 6.500 giri e 55 Nm. Qualche concessione alla modernit&agrave; per&ograve; c&rsquo;&egrave;: ha il raffreddamento a liquido (il radiatore &egrave; piuttosto visibile) anche se le alette sul cilindro potrebbero far pensare il contrario. &Egrave; prodotto da Rotax e ha origini piuttosto antiche (ma &egrave; stato ovviamente rivisto un po&rsquo; ovunque). Ha 4 valvole con doppio albero a camme e lavora con un cambio a 5 velocit&agrave;. Guardando le curve di coppia e potenza, sembra un motore pacifico, non esplosivo, capace di garantire un&rsquo;ottima regolarit&agrave; e fluidit&agrave; di funzionamento. &Egrave; abbracciato da un&rsquo;ancora pi&ugrave; classica doppia culla in tubi di acciaio,&nbsp;che promette una guida piuttosto agile (1.425 mm d&rsquo;interasse) e che lavora con sospensioni tradizionali: forcella telescopica e doppio ammortizzatore posteriore regolabile nel precarico, che collega direttamente forcellone e telaio. I cerchi sono da 18-17 pollici e come detto sono a raggi e montano pneumatici Pirelli Phantom Sportscomp. A frenare gli spiriti del monocilindrico ci pensano un disco all&rsquo;avantreno da 320 mm, lavorato da pinza Brembo con ABS a due canali. Il peso dichiarato &egrave; di 213 kg odm. La strumentazione &egrave; composta da due strumenti analogici, uno per la velocit&agrave;, l&rsquo;altro per i giri motore. E questo &egrave; bene o male tutto. VOTO 6,5    BSA GOLD STAR: COMFORT ED ERGONOMIA  Pi&ugrave; classica di un film di Walt Disney, la Gold Star non ha nulla che faccia pensare a una moto moderna (eccezion fatta per quei due dettagli a cui abbiamo accennato poco fa). A partire dalla seduta. La sella &egrave; bassissima da terra (780 mm), il baricentro ancora di pi&ugrave;, il girovita &egrave; super-snello e il manubrio largo e abbastanza orizzontale. Manovrarla in citt&agrave; &egrave; questione davvero facile, anche perch&eacute; la frizione e il cambio sono altrettanto morbidi. &Egrave; una moto con cui bastano pochi metri per entrare in confidenza, anche perch&eacute; il motore, nonostante la sua architettura, risponde sempre delicato. Se l&rsquo;obiettivo era fare una moto per tutti, beh, ci sono riusciti. VOTO 8,5    BSA GOLD STAR: PIACERE DI GUIDA  Difficile avere un&rsquo;aspettativa precisa su una moto come la BSA Gold Star. Sar&agrave; come la sua antenata? Oppure si guider&agrave; come una moto moderna? In realt&agrave;, la Gold Star ha solo le sembianze di una vecchia moto. Perch&eacute; poi, ingranata la prima (cambio e frizione ok, morbidi e abbastanza precisi), tutto &egrave; piuttosto intuitivo e facile. &Egrave; equilibrata, prima di tutto di assetto. &Egrave; piuttosto rigido, in realt&agrave;, e sulle buche lo fa capire senza troppi complimenti. Ma c&rsquo;&egrave; armonia tra avantreno e retrotreno, lo si nota nei curvoni presi con un po&rsquo; di abbrivio. Rimane stabile sulla linea impostata, non allarga e non si contorce, segno di un buono studio sulla taratura delle sospensioni. Anche il motore ha un che di sorprendente. Mi aspettavo una risposta brusca all&rsquo;apertura del gas e un&rsquo;erogazione un po&rsquo; asfittica nella zona alta del contagiri. Tutt&rsquo;altro: le curve di erogazione mostrate sulla scheda tecnica corrispondo al vero. La Gold Star accelera con discreta brillantezza ma soprattutto risponde sempre dolcemente al richiamo dell&rsquo;acceleratore. Non scatta in avanti, non strattona, invece spinge con un certo brio a met&agrave; scala del contagiri e all&rsquo;occorrenza allunga di gusto. Complice il baricentro rasoterra, ci si trova a guidare una moto naturale, che mette tutti a proprio agio. Viene voglia di guidare e di non fermarsi poco dopo (anche perch&eacute; la sella permette, volendo, lunghe percorrenze: &egrave; lunga e ben imbottita). &Egrave; stabile in percorrenza di curva e sincera in uscita; dove potrebbe migliorare &egrave; nell&rsquo;ingresso in curva, sempre un po&rsquo; vago a causa del cerchio anteriore di 18 pollici, sempre un po&rsquo; particolare nella discesa in piega. Ma una volta infilata nella linea giusta, nulla la disturba. Buoni anche i freni, ma il comando risulta sempre un po&rsquo; spugnoso. Vibrazioni poche e solo ad alti regimi. VOTO 8    BSA GOLD STAR: RAPPORTO QUALIT&Agrave;/PREZZO  Com&rsquo;&egrave; ovvio che sia, in BSA non potevano sparare cifre spasmodiche, e in effetti la Gold Star &egrave; allineata alla diretta concorrenza (Royal Enfield in primis): si parte da 7.790 euro, ma le colorazioni pi&ugrave; intriganti costano un filo di pi&ugrave;. VOTO 7,5  BSA GOLD STAR: CONCLUSIONI  Dopo l&rsquo;acquisizione da parte del Gruppo Mahindra, BSA vuole tornare a far parlare di s&eacute;. Con questa Gold Star, a nostro avviso, ha tutte le carte in regola per poterlo fare bene. Perch&eacute; costa il giusto, &egrave; semplice ma divertente e ha tutto il fascino della sua antenata. Non avr&agrave; tonnellate di microchip addosso, ma su questo genere di moto servono davvero? VOTO FINALE 7,5  Test Yamaha XMAX 300: nuovo sceriffo in citt&agrave; 

Sull&rsquo;onda della nostalgia, il Marchio BSA torna alla ribalta con un nome storico, la Gold Star, che ripropone una ricetta quantomai classica e semplice ma che, oggi, risulta al passo coi tempi

Test BSA Gold Star: i voti del #SottoEsame

        Che arriver&agrave; una BSA 650 Gold Star &egrave; un dato certo. Ma la versione finale di questo modello non era ancora conosciuta, fino ad ora. La moto &egrave; stata ripresa grazie a delle foto spia che l'hanno catturata mentre percorreva le strade indiane, segno che &egrave; nell'ultima fase di sviluppo. La notizia della nascita della 650 Gold Star era stata data alla fine del 2022, merito soprattutto dell'investimento che Classic Legends ha fatto sul marchio BSA. Il modello era stato visto per la prima volta nel dicembre del 2021, ad un evento esclusivo di Birmingham, in Inghilterra. Il lancio era poi avvenuto a luglio del 2022 e adesso &egrave; previsto anche in altri Paesi. Verso la versione definitiva La BSA 650 Gold Star sar&agrave; prodotta in India per poi essere esportata nei mercati statunitensi e, probabilmente, anche in Sud America. Il lancio in India, invece, non &egrave; ancora stato confermato da Classic Legends. Il design della moto &egrave; stato realizzato dall'azienda inglese Redline Studios. La ciclistica &egrave; costituita da un telaio tubolare a doppia culla con forcella telescopica e una coppia di ammortizzatori, ed &egrave; stata progettata dagli specialisti inglesi di ingegneria Ricardo. Il motore arriva dall'azienda austriaca Rotax, che ha collaborato con l'Universit&agrave; Tecnica di Graz. &Egrave; un monocilindrico da 652 cc raffreddato a liquido. La potenza massima &egrave; di 45 CV a 6.500 giri/min e 55 Nm di coppia a 4.000 giri/min. Anche se Classic Legends ha dichiarato che potrebbe avere anche versioni pi&ugrave; potenti. Il cambio &egrave; a cinque rapporti e la frizione &egrave; assistita da un sistema antisaltellamento. La velocit&agrave; massima dichiarata &egrave; di 166 km/h, mentre l'impianto frenante prevede dischi con pinze Brembo. TORNA L&rsquo;HAT SERIES: IN PROVA LE MOTO PER L'ADVENTOURER       

Alcune foto spia hanno catturato per le strade indiane la versione finale del modello

BSA 650 Gold Star, avvistata in India: pronta per arrivare?

        BSA ha partecipato all'ultima edizione del Motorcycle Live 2022 svoltosi a Birmingham, portando con s&eacute; un concept Scrambler che si basa sulla Gold Star presentata allo stesso evento nel novembre del 2021. L'obiettivo della Casa, grazie alla realizzazione di questo concept, &egrave; quello di far dare uno "sguardo al futuro" per capire come effettivamente potrebbe essere la moto. BSA non ha fornito numerosi dettagli su di essa, ma quel che &egrave; certo &egrave; che questo modello &egrave; stato totalmente sviluppato nel suo nuovo stabilimento nelle West Midlands. Motore da 652 cc Il concept BSA Scrambler vanta lo stesso motore monocilindrico da 652 cc che possiede anche la BSA Gold Star di serie, con un'erogazione di 45 CV di potenza a 6.000 giri/min, oltre a 55 Nm di coppia massima a 4.000 giri/min. La sua estetica &egrave; decisamente sportiva e grintosa pur in stile modern-classic, un parafango anteriore alto e una configurazione della forcella che appare solida oltre che discretamente coreografica. Passando al doppio scarico a taglio obliquo, questo ha un aspetto pi&ugrave; moderno rispetto allo stile tradizionale della Gold Star. Le ruote a raggi sono Excel Takasago, rivestite con pneumatici Pirelli Scorpion. Non resta, ora, che aspettare di saperne di pi&ugrave;. BSA ARRIVA IN EUROPA: LA PORTA PEUGEOT MOTOCYCLES       

Il modello si basa sulla Gold Star presentata all'edizione 2021, vantando lo stesso monocilindrico da 652 cc

BSA, il concept Scrambler fa il suo ingresso al Motorcycle Live 2022

        BSA Motorcycles ha annunciato la sua nuova partnership con Peugeot Motocycles (dal 2022 distaccatosi completamente dalla casa madre automobilistica e - proprio come BSA - parte del Gruppo Mahindra, che possiede la societ&agrave; controllata Classic Legends). Grazie alla distribuzione di Peugeot Motocycles, le moto BSA arriveranno sul mercato europeo. BSA pronta all'avventura europea Nel dicembre 2021, BSA, recentemente risorta, ha presentato la prima nuova moto dalla rinascita avvenuta, la Gold Star, che monta un monocilindrico da 652 cc con una potenza dichiarata di 45 cv a 6.000 giri/min e una coppia di 55 Nm a 4.000 giri/min. Freni Brembo e ABS sono di serie. La moto era prevista per il 2022, ma ci sono stati dei ritardi, che naturalmente si spera siano stati risolti e superati. Sar&agrave; lei il primo modello a essere commercializzato dalla partnership? MAHINDRA RIPORTA SUL MERCATO LA BSA GOLD STAR Sebbene il Regno Unito sia il primo Paese dal punto di vista del mercato, BSA intende estendersi al resto del mondo. Lo far&agrave; a partire dall'Europa e, come accennato, grazie a Peugeot Motocycles. Quest'ultima distribuisce anche in altri mercati, tra cui alcuni in Asia. Tuttavia, al momento non &egrave; chiaro se l'azienda francese porter&agrave; le moto BSA in quei mercati in futuro. Staremo a vedere. Nel listino dell'usato di InMoto, tante occasioni da non perdere a portata di click       

L'azienda francese si occuper&agrave; di distribuire le moto del marchio britannico nel Vecchio Continente. Il primo modello sul mercato potrebbe essere la Gold Star

BSA arriva in Europa: la porta Peugeot Motocycles

        Nonostante un passato glorioso, il Marchio britannico BSA ha vissuto un profondo declino nella seconda parte del secolo scorso che ha portato alla cessazione di ogni attivit&agrave; gi&agrave; negli anni &rsquo;70. Nessuno aveva poi pi&ugrave; sentito parlarne, fino a ottobre 2016: la notizia era che Mahindra &amp; Mahindra, colosso indiano dei trattori, ne aveva rilevato i diritti. Sono passati pi&ugrave; di 5 anni, ma finalmente si inizia a intravedere ci&ograve; che &egrave; nato da questa operazione. Il nuovo modello della rinata BSA si presenta come una moderna rivisitazione della Gold Star, che tanto era piaciuta tra gli anni &rsquo;40 e &rsquo;60. Com&rsquo;&egrave; fatta la nuova Gold Star La roadster attuale &egrave; spinta da un monocilindrico DOHC da 652 cc quattro tempi e raffreddato a liquido nonostante l&rsquo;alettatura, omologato&nbsp;Euro5&nbsp;e, secondo quanto riportato dal costruttore, eroga 45 CV&nbsp;a 6.000 giri/min e&nbsp;55 Nm a 4.000 giri/min, con cambio a 5 marce e frizione antisaltellamento. Per quanto riguarda la ciclistica, la nuova Gold Star &egrave; abbastanza classica: telaio tubolare in acciaio, forcella da 41mm accoppiata a una coppia di ammortizzatori posteriori regolabili nel precarico su 5 livelli. L'impianto frenante, invece, &egrave; formato all&rsquo;anteriore e alo posteriore rispettivamente da un disco anteriore flottante da 320 mm e da 225 mm, entrambi con pinza Brembo, e con l&rsquo;ABS a due canali. I cerchi in alluminio a raggi sono da 18&rdquo; all&rsquo;anteriore e 17&rdquo; al posteriore, su pneumatici&nbsp;Pirelli Phantom Sportscomp. Infine, il peso: a secco &egrave; di 198 kg, 213 in ordine di marcia (e con un bel serbatoio da 12 litri, con logo BSA su entrambi i lati). Dal punto di vista dello stile, &egrave; molto simile al modello a cui si ispira: una moto dal gusto r&eacute;tro, ma con guizzi di modernit&agrave; come il display LCD, in mezzo per&ograve; a due quadranti analogici, e la presa USB sul manubrio. La nuova Gold Star &egrave; stata sviluppata nel Regno Unito e gi&agrave; a inizio 2022 dovrebbe entrare in produzione, e debuttare poco dopo, in India. Nessuna notizia, al momento, di un suo possibile ingresso sul mercato europeo. TVS E MAHINDRA: IN INDIA SI PENSA A MOTOCICLI FLEX-FUEL       

Il modello in voga tra gli anni &rsquo;40 e &rsquo;60 torna a nuova vita: debutter&agrave; sul mercato indiano nel 2022. Stile r&eacute;tro e monocilindrico da 652 cc raffreddato a liquido

Mahindra riporta sul mercato la BSA Gold Star

BSA sta per tornare. &Eacute; quanto affermano i media britannici. Il marchio britannico, nato nel 1919 e poi fallito per bancarotta nel 1972, &egrave; destinato a tornare alla ribalta grazie al proprietario di Mahindra, che sta pianificando di far costruire le nuove motociclette a partire dal prossimo anno nel Regno Unito.  Mahindra acquista Peugeot Motocycles  RINASCITA A ZERO EMISSIONI  Anand Mahindra, presidente dell&#39;omonimo gruppo automobilistico, &egrave; il principale sostenitore del progetto di rinascita di BSA: le moto del marchio torneranno per&ograve; sotto forma di modelli elettrici. La produzione partir&agrave; a inizio 2021 e si vocifera che la nuova sede sar&agrave; vicino a quella originaria di Small Heath, vicino Birmingham, mentre invece a Banbury verr&agrave; realizzato un polo di ricerca dedicato esclusivamente all&#39;alimentazione elettrica che attende le nuove moto.  IL SOSTEGNO DEL GOVERNO BRITANNICO  Il governo del Regno Unito ha gi&agrave; approvato il piano rinascita BSA, stanziando ben 4,6 milioni di sterline per aiutare a...mettere in moto il progetto, che pare possa creare circa 255 nuovi posti di lavoro, notizia non trascurabile in tempo di Covid.  La BSA Rocket III di James Bond all&#39;asta  Anand Mahindra ha anche dichiarato con orgoglio al quotidiano The Guardian che &quot;Il Regno Unito &egrave; stato leader nelle moto fin dall&#39;inizio, la provenienza &egrave; qualcosa che vogliamo mantenere fortemente&quot;. BSA, secondo quanto progettato, preveder&agrave; anche la realizzazione di motociclette a benzina, sebbene l&#39;elettrico avr&agrave; la priorit&agrave;. I prezzi si aggireranno tra le 5.000 e le 10.000 sterline. 

Il progetto rinascita &egrave; capeggiato dal presidente di Mahindra e ha gi&agrave; trovato i fondi dal governo britannico: nel futuro prossimo sono previsti anche modelli a benzina

BSA, lo storico marchio rinasce per realizzare moto... elettriche

        Il connubio motociclette e James Bond porta a pensare a Triumph e ai suoi esemplari, che saranno presenti nel prossimo film sull'agente segreto britannico 'No Time To Die'. In pochi, quindi, possono sapere che recentemente &egrave; stata messa all'asta una moto appartenuta a quello che, un po' da tutti gli appassionati e addetti ai lavori, viene considerato tra i peggiori attori ad aver interpretato il ruolo di 007: George Lazenby.  Lazenby &egrave; noto per aver recitato in un solo film di James Bond, "Al servizio segreto di Sua Maest&agrave;", 1969, dove ha interpretato, appunto, il protagonista. Non ha lasciato grandissimi ricordi, tanto che nonostante quel film la sua carriera non decoll&ograve; mai in maniera esponenziale. L'attore australiano era un grande appassionato di motociclette, ed era solito recarsi ai Pinewood Studios, dove giravano la pellicola, in sella alla sua BSA Rocket III, lanciata sul mercato proprio nel 1969. Una roadster a cui Lazenby teneva molto, come testimoniamo alcune foto scattate all'epoca.  Quella due ruote, da cui Lazenby negli anni si &egrave; separato, &egrave; stata messa all'asta da Charterhouse Auctioneers &amp; Valuers, in un appuntamento previsto per il prossimo 6 maggio. Si scopre cos&igrave; che dopo la vendita da parte di Lazenby, la BSA Rocket III in questione venne trasformata in sidecar, salvo poi tornare alle origini con un nuovo proprietario, che ricostru&igrave; motore e cambio, la rivernici&ograve; completamente e ridefin&igrave; tutti gli inserti cromati.  La casa d'aste stima che l'esemplare possa essere venduto per una cifra che si aggira tra le 25.000 e le 30.000 sterline. Motori benzina: UK anticipa lo stop di 5 anni, escluse le moto       

Il prossimo maggio verr&agrave; venduta per una grossa cifra la roadster del 1969 appartenuta a George Lazenby, attore australiano noto per aver interpretato il ruolo dell'agente segreto britannico in "Al servizio segreto di Sua Maest&agrave;"

La BSA Rocket III di James Bond all'asta

Gli anni sono passati, ma i vecchi bicilindrici inglesi restano. Capricciosi e imprevedibili eppure dotati di grande carisma. Richiedono dedizione e attitudine, ma hanno sostenitori ad ogni latitudine e, sebbene obsoleti rispetto alla tecnologia che continua ad avanzare con passi da gigante &ndash; o forse proprio per questo &ndash; continuano ad ostentare un fascino intramontabile.  Questo Bobber &egrave; stato realizzato attorno ad una Bsa A 10 di 650 cm&sup3; del 1950, e una delle priorit&agrave; nella costruzione &egrave; stata quella di modificare la moto senza violare la sua aria vissuta, da vecchio combattente. Si &egrave; lavorato sulle cose gi&agrave; presenti, il serbatoio con il cromo consumato sulle fiancate e con lo splendido logo Bsa &egrave; rimasto al suo posto, come pure la parte anteriore del telaio a doppia culla chiusa.  La parte posteriore, che in questo caso &egrave; smontabile mediante dei bulloni, &egrave; stata staccata e sostituita con una rigida realizzata ad hoc. La ruota posteriore da 19&rdquo; &egrave; stata sostituita da una da 16&rdquo; in puro stile Bobber, che mantiene il mozzo originale e monta uno pneumatico squadrato. Sopra un corto parafango posteriore piatto, c&rsquo;&egrave; un doppio sellino bianco (quello anteriore molleggiato) in tema con le manopole.  Davanti, l&rsquo;avantreno &egrave; quello originale, con la ruota da 19&rdquo;, il mozzo a cartella laterale e il pneumatico rigato. Niente parafango. Pi&ugrave; in alto c&rsquo;&egrave; un piccolo faro Bates e sopra un ponte di comando estremamente scarno, caratterizzato da uno stretto manubrio drag bar in posizione arretrata e dall&rsquo;assenza totale di strumentazione. Targa laterale con una luce posteriore pi&ugrave; che minimale e niente carter catena. Insomma, solo l&rsquo;essenziale.    Le pedane poggiapiedi sono state rifatte in maniera semplice, nuovo anche il serbatoio dell&rsquo;olio con livello esterno, mentre la batteria avrebbe sicuramente un impatto estetico migliore se occultata da una mascherina. Lo storico bicilindrico conta ora su un impianto di scarico 2 in 1 con un terminale di dimensioni ridotte. Un moderno carburatore a vaschetta centrale con annesso filtro conico ha sostituito l&rsquo;originale logorato dagli anni cos&igrave;, nonostante quasi settant&rsquo;anni sulle spalle, il twin inglese &egrave; ancora in grado di stupire con un avviamento &ldquo;al primo colpo&rdquo;. 

Un nome importante, con i tre fucili marchiati sul carter: il classico bicilindrico ad aste e bilancieri di scuola inglese

BSA A10 650 Bobber, figlia delle armi

La data d&rsquo;immatricolazione di questa Thunderbolt &egrave; il 1970 e, per come la vedono molti appassionati del genere, &egrave; anche l&rsquo;ultimo anno buono per questo modello. L&rsquo;anno successivo, infatti, usufruir&agrave; del nuovo telaio &ldquo;Oil in the Frame&rdquo; e subir&agrave; un restyling generale, perdendo le linee tondeggianti che la contraddistinguevano e buona parte del valore di mercato.  PRESTAZIONI DI TUTTO RISPETTO - Il motore, comunque, rimarr&agrave; il classico bicilindrico parallelo di 654 cm&sup3; con il cambio in blocco, copia carbone della sorella Lighting, ma in questo caso dotato di teste configurate per essere alimentate da un solo carburatore Amal Concentric (Monobloc per i modelli fino al 1967). Questo fa s&igrave; che la Thunderbolt risulti lievemente meno potente rispetto alla Lighting, ma ancora pi&ugrave; pastosa ai bassi e di maggiore affidabilit&agrave;. Se spremuta a dovere raggiunge una velocit&agrave; superiore ai 165 km orari, ma si sente che non &egrave; fatta per questo. Risulta, invece, perfetta per passeggiare senza fretta, godendosi il viaggio.  FUN-BIKE D&rsquo;ALTRI TEMPI - Ci&ograve; non toglie che disponga di una ciclistica sincera, capace anche di perdonare qualche sbaglio di impostazione in curva, ma soprattutto &egrave; una moto divertente da guidare. In produzione dal 1964 ai primi mesi del 1973 (anche se le ultime serie erano alquanto diverse), dispone delle linee classiche inglesi di quegli anni, tondeggianti e ricche di cromature, con un serbatoio dalla capacit&agrave; di 16 litri. Come segnalato, la ciclistica &egrave; buona, i freni&hellip; un po&rsquo; meno. Le ruote sono da 19&rdquo; all&rsquo;anteriore e da 18&rdquo; al posteriore, rispettivamente con pneumatici da 3,25 e da 4,00. Il peso a secco dichiarato &egrave; di 175 Kg e la potenza di 46 CV, il cambio &egrave; a quattro rapporti, dislocato sul lato destro della moto.  NONOSTANTE QUALCHE NEO - Oltre ai trasudamenti di olio - presenti praticamente su tutte le attempate moto inglesi - e di benzina, presenti in tutti gli Amal Concentric, il limite principale di queste BSA era dato dall&rsquo;albero motore che lavorava a sinistra su un cuscinetto e a destra su una bronzina, soluzione che ha generato pi&ugrave; di qualche problema. Resta tuttavia intatto il fascino tutto inglese di questa attempata signora. 

Le &ldquo;motopesanti&rdquo; inglesi della met&agrave; del secolo scorso avevano spesso nomi altisonanti, questa BSA non fa eccezione&hellip;

BSA Thunderbolt, fascino british

        La Classic Legends Private Limited, societ&agrave; controllata al 60% da Mahindra &amp; Mahindra Ltd, ha acquisito il marchio britannico BSA. A renderlo noto &egrave; la stessa Mahindra, con una nota alla stampa. La Classic Legends ha acquisito tutte le 120.000 azioni di BSA per un prezzo totale che si aggira intorno ai 4 milioni di euro. Attualmente l'attivit&agrave; di BSA &egrave; solo quella di licenziataria del marchio in Gran Bretagna ma anche in Giappone, Canada, Messico, Malesia e Singapore, ma il fatturato nell'anno fiscale 2015-2016 &egrave; stato di soli 32.000 euro. Classic Legends ha firmato anche un accordo licenziatario con il marco ceco Jawa. Mahindra punta dunque ad entrare in segmenti nuovi. "Il nostro piano &egrave; di focalizzarci sempre di pi&ugrave; sul segmento di nicchia premium, man mano che andiamo avanti", ha detto Pawan Goenka, direttore esecutivo di Mahindra &amp; Mahindra, che ha aggiunto che l'azienda punta a far s&igrave; che i clienti possano rivivere l'esperienza di possedere moto di marchi storici. "Considerando il culto che in India si fa del marchio Jawa, quest'ultimo si indirizzer&agrave; soprattutto ai mercati domestici", ha detto Rajesh Jejurikar, capo esecutivo di Mahindra&amp;Mahindra. Intanto Mahindra far&agrave; "resuscitare" il marchio BSA negli Stati Uniti e nei mercati europei, ma non potr&agrave; importarlo in India, dove &egrave; ancora sub judice una disputa legale con un'azienda indiana. Una cosa &egrave; certa: BSA ha una storia importante nel mondo del motociclismo e un forte fascino nei mercati internazionali, mentre la popolarit&agrave; di Jawa &egrave; evidente dal "culto" che se ne ha in India. Ma entrambi i marchi ora peccano in design e ingegneristica. Da adesso in avanti, per&ograve;, ci penser&agrave; Classic Legends, che avr&agrave; accesso anche all'expertise tecnica e di stile disponibile presso Mahindra Racing, il centro di sviluppo tecnico che ha base in Italia. Le prime novit&agrave; arriveranno sul mercato entro un paio di anni, e manterranno i rispettivi brand.        

La Casa indiana ha rilevato il marchio inglese e le licenze per le moto ceche. Sar&agrave; coinvolta anche l'italiana Mahindra Racing

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