Name: Hypermotard 950 RVE
Brand: Ducati
SKU: hypermotard-950-rve
Price: 16190 EUR

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Direttamente dal Salone delle moto di Milano, passiamo dallo stand della Casa di Borgo Panigale per scoprire le ultime novità portate in Fiera

Ducati: tutte le novità portate a EICMA 2024

Abbiamo fatto la &quot;barba&quot; con Proraso al vice presidente vendite della casa di Borgo Panigale. Ecco cosa ci ha raccontato

EICMA, Pelo e... Contropelo a Francesco Milicia Vice Presidente vendite globale eMember of the Board in Ducati Motor Holding

Rivoluzione Ducati a EICMA. Una nuovo capitolo nella lunga storia del marchio bolognese si apre con l'arrivo del nuovo motore V2 890 che equipaggia le inedite Panigale V2 e Streefighter V2. Due declinazioni del concetto di una nuova sportività del catalogo di Borgo Panigale e dove si è cercato di percorrere la strada di una più abbordabile ma comunque vivace guida facendo sponda sulle caratteristiche del nuovo V2.

EICMA, ecco la Ducati Streetfighter V2: una cattivissima divora-curve

Quella che va in scena ai padiglioni di EICMA, sponda Ducati, &egrave; una vera e propria rivoluzione. Una nuovo capitolo nella lunga storia del marchio bolognese si apre con l&#39;arrivo del nuovo motore V2 890 che equipaggia la inedita Panigale V2. E&#39; l&#39;alba di una nuova sportivit&agrave; per il progetto V2, dove si &egrave; cercato di percorrere la strada di una pi&ugrave; abbordabile - ma comunque vivace - guida, facendo sponda sulle caratteristiche del nuovo motore e su una ergonomia meno esapasterata rispetto alle precedenti V2 e 955.

EICMA, Ducati Panigale V2: nuovo motore e nuova sportività

Quella che va in scena ai padiglioni di EICMA, sponda Ducati , è una vera e propria rivoluzione. Una nuovo capitolo nella lunga storia del marchio bolognese si apre con l'arrivo del nuovo motore V2 890 che equipaggia la inedita Panigale V2. E' l'alba di una nuova sportività per il progetto V2,  dove si è cercato di percorrere la strada di una più abbordabile - ma comunque vivace - guida, facendo sponda sulle caratteristiche del nuovo motore e su una ergonomia meno esapasterata rispetto alle precedenti V2 e 955.

Nuova Ducati Panigale V2: le foto

Quella che va in scena ai padiglioni di EICMA, sponda Ducati, &egrave; una vera e propria rivoluzione. Una nuovo capitolo nella lunga storia del marchio bolognese si apre con l&#39;arrivo del nuovo motore V2 890 che equipaggia la inedita Panigale V2. E&#39; l&#39;alba di una nuova sportivit&agrave; per il progetto V2,&nbsp; dove si &egrave; cercato di percorrere la strada di una pi&ugrave; abbordabile - ma comunque vivace - guida, facendo sponda sulle caratteristiche del nuovo motore e su una ergonomia meno esapasterata rispetto alle precedenti V2 e 955.    DUCATI PANIGALE V2: COME &egrave; FATTA  E gi&agrave; a guardare la Panigale si nota come, a differenza del passato, si abbia una impostazione che vuole gratificare gli amanti della guida sportiva, non solo relegandola all&#39;uso pistaiolo. Quindi via i semimanubri, posizionati sotto la piastra di sterzo a vantaggio di una diversa ergonomia con i collarini posti ora pi&ugrave; in alto, a vantaggio di una posizione di guida pi&ugrave; confortevole e che posssa essere meno stancante.  Una moto completamente ripensata, che del modello precedente mantiene solamente il nome e che rispetto a quest&#39;ultimo &ndash; stando a quanto dichiarato da Ducati &ndash; dovrebbe avere anche un comfort termico per il pilota nettamente migliore grazie ad un attento studio dei passaggi dell&#39;aria fresca.  Il protagonista assoluto del nuovo progetto &egrave; il motore V2 da 90&deg; con fasatura variabile per le valvole di aspirazione, omologato Euro5+, da 890 cc e 120 CV (ne parliamo qui in modo pi&ugrave; approfondito). Da sottolineare la svolta di soppiantare il Desmo per l&#39;azionamento della valvole per un nuovo schema a molla e bilancieri per le punterie. Il peso, di soli 54,5 Kg (-9,4 kg rispetto al ormai pensionato motore Superquadro) lo rende il bicilindrico pi&ugrave; leggero mai prodotto da Ducati, e la sua curva di coppia, con il 70% del valore massimo gi&agrave; disponibile a 3.000 giri, &egrave; premessa di una guida frizzante. E chi vorr&agrave; utilizzare la Panigale V2 in pista potr&agrave; montare lo scarico racing, che porta la potenza massima a 126 CV, con una riduzione del peso di 4,5 kg rispetto ad un gi&agrave; buon valore dichiarato di 179 Kg in ordine di marcia ma senza carburante.    CICLISTICA E TECNOLOGIA  Abbiamo il telaio monoscocca che integra il motore come elemento portante. Il forcellone bibraccio, dal design che prende spunto da quanto visto sulla V4 S, lavoro in tandem con un ammortizzatore Kayaba mentre all&#39;avantreno troviamo una forcella Marzocchi di 43 mm; entrambi sono regolabili. Per la pi&ugrave; sportiva V2 S abbiamo invece la firma &Ouml;hlins per forcella e mono posteriore oltra a una batteria agli ioni di litio per togliere ancora pi&ugrave; peso e fermando l&#39;ago sui 176 kg in ordine di marcia ma senza carburante.  I nuovi cerchi fusi con razze a &ldquo;Y&rdquo; sono dotati di pneumatici Pirelli Diablo Rosso IV, nelle misure 120/70 e 190/55,mentre sul fronte frenata ecco Brembo con dischi da 320 mm e pinze monoblocco M50.  Non manca un pacchetto elettronico tra i pi&ugrave; avanzati. La Panigale V2 vede una piattaforma inerziale IMU a sei assi che sorveglia su ABS Cornering, controllo di trazione, anti impennamento, controllo del freno motore e il cambio con Quick shift 2.0. Quattro sono Riding Mode (Race, Sport, Road, Wet) con cruscotto TFT da 5 pollici che permette di tenere sotto controllo la situazione.  Se si cerca ancora di pi&ugrave;, il nutrito catalogo di parti aftermarket aiuta a rendere la moto praticamente da pista grazie alla disponibilit&agrave; di una carenatura racing, pedane regolabili e semimanubri ribassati, acquistabili anche separatamente. C&#39;&egrave; anche il sistema di autocronometraggio Lap Timer Pro che permette, utilizzando l&rsquo;Infomode Track, di visualizzare in tempo reale tempi sul giro, intertempi e il miglioramento delle proprie prestazioni. Chi invece vuole godersi al massimo la nuova Panigale V2 su strada pu&ograve; montare il Cruise control, il navigatore Turn-by-turn, la presa di corrente USB per alimentare lo smartphone o il sensore di pressione pneumatici TPMS.    DUCATI Panigale V2:&nbsp; COLORAZIONI E DISPONIBILIT&agrave;  Per la Panigale V2 l&#39;arrivo in vetrina &egrave; previsto per gennaio 2025 e nella sola livrea Ducati Red. Per le versioni S &egrave; prevista la sella monoposto ma con kit passeggero disponibile come accessorio e disporranno di serie delle funzionalit&agrave; Pit Limiter e Ducati Power Launch. Arriver&agrave; anche nella versione da 35 kW per i motociclisti con patente A2. Prezzo a partire da 16.790 euro (1000 euro in meno per la versione da 35 kW).   

Protagonista assoluto del nuovo progetto &egrave; il bicilindrico 890 da 120 CV per una moto che segna un cambio di rotta rispetto alle precedenti V2 e 955

EICMA, Ducati Panigale V2: nuovo motore e nuova sportivit&agrave;

        Rivoluzione Ducati a EICMA. Una nuovo capitolo nella lunga storia del marchio bolognese si apre con l'arrivo del nuovo motore V2 890 che equipaggia le inedite Panigale V2 e Streefighter V2. Due declinazioni del concetto di una nuova sportivit&agrave; del catalogo di Borgo Panigale e dove si &egrave; cercato di percorrere la strada di una pi&ugrave; abbordabile ma comunque vivace guida facendo sponda sulle caratteristiche del nuovo V2.  DUCATI STREETFIGHTER V2: COME &egrave; FATTA Al centro della novit&agrave; Ducati c'&egrave; il nuovo motore V2 890 (ne parliamo qui in modo pi&ugrave; approfondito) con fasatura variabile IVT per le valvole di aspirazione, omologato Euro5+, e con 120 CV di potenza massima. Da sottolineare la svolta di soppiantare il Desmo per l'azionamento della valvole per un nuovo schema a molla e bilancieri per le punterie. Il peso, di soli 54,5 Kg (-9,4 kg rispetto al ormai pensionato motore Superquadro) lo rende il bicilindrico pi&ugrave; leggero mai prodotto da Ducati, e la sua curva di coppia, con il 70% del valore massimo gi&agrave; disponibile a 3.000 giri, &egrave; premessa di una guida frizzante. E chi vorr&agrave; utilizzare la Streetfighter V2 in pista potr&agrave; montare lo scarico racing, che porta la potenza massima a 126 CV, con una riduzione del peso di 4,5 kg rispetto ad un gi&agrave; buon valore dichiarato di 175 Kg in ordine di marcia ma senza carburante. Il frontale, affilato e minaccioso, caratterizzato dai gruppi ottici Full-LED e dal DRL, contribuisce a creare quella linea subito riconoscibile. Il codino &egrave; il medesimo della sorella carenata con il fanale posteriore full-LED diviso in due parti; gli scarichi posizionati sotto la sella, sono un richiamo alla tradizione Ducati delle prime Superbike. Infine, abbiamo i nuovi cerchi in lega leggera a sei razze, con un profilo a &ldquo;Y&rdquo; suddiviso in tre gruppi. Telaio, motore e layout delle sospensioni sono quelli utilizzati per la Panigale V2, ed anche in questo caso arriver&agrave; una versione S con sospensioni &Ouml;hlins oltre alla batteria agli ioni di litio che aiuta a togliere ancora peso.  DUCATI STREETFIGHTER V2:&nbsp; COLORAZIONI E DISPONIBILIT&agrave; La Streetfighter V2 l'arrivo in vetrina &egrave; previsto per fine marzo 2025 e nella sola livrea Ducati Red. Per le versioni S &egrave; prevista la sella monoposto ma con kit passeggero disponibile come accessorio e disporranno di serie delle funzionalit&agrave; Pit Limiter e Ducati Power Launch. Arriver&agrave; anche nella versione da 35 kW per i motociclisti con patente A2.        

Nuovo motore 890 ma spirito che non cambia per questa roadster che ha il divertimento nel DNA

Nelle segrete della sua azienda, Ducati ci ha svelato in anteprima mondiale il nuovo bicilindrico che andrà a sostituire l’attuale Testastretta 11° Evoluzione. È il bicilindrico Ducati più leggero e compatto mai costruito. Ecco le foto

Nuovo motore Ducati V2, LE FOTO

        Da qualche anno, in Ducati sembrano aver trovato la formula magica per il successo. Non ne sbagliano una, &egrave; evidente nel Motorsport dove vincono (quasi&hellip;) ogni premio, &egrave; evidente nella produzione di serie, con le moto che sono (quasi&hellip;) tutte dei best-seller. Come ogni azienda vincente per&ograve;, non ci si pu&ograve; fermare a crogiolarsi sui risultati presenti, perci&ograve; ecco qua: durante una visita nelle segrete dell'azienda, tra cui il preziosissimo reparto di sviluppo motori, i vertici di Ducati ci hanno mostrato in anteprima mondiale un nuovo bicilindrico V2, motore che di fatto mander&agrave; in pensione il mitico Testastretta 11&deg; Evoluzione di 937 cc che oggi equipaggia Monster, Hypermotard, Supersport, Multistrada V2&hellip;  DIAMO I NUMERI  Partiamo a descriverlo dai suoi numeri: il nuovo bicilindrico Ducati si chiama "V2", dunque &egrave; un bicilindrico a V di 90&deg;, confermando Ducati come una delle poche aziende rimaste a credere ancora in questa architettura (e a non cedere alla tentazione dei bicilindrici paralleli). Ha una cilindrata di 890 cc, &egrave; dotato del sistema di fasatura variabile IVT (Intake Variable Timing) e pesa solamente 54,4 kg, il bicilindrico Ducati pi&ugrave; leggero mai costruito (-9,4 kg rispetto al Superquadro 955 che equipaggia Panigale V2 e Streetfighter V2, -5,9 kg rispetto al Testastretta Evoluzione). E s&igrave;, utilizza una classica distribuzione a molle con bilancieri a dito (trattamento DLC), come il V4 Granturismo della Multistrada V4 (non ha il desmo). Gli obiettivi erano infatti la regolarit&agrave; ai bassi regimi e l&rsquo;economia di manutenzione, pi&ugrave; che la ricerca della prestazione pura. D&rsquo;altronde, se non ti serve una potenza massima da SBK (dunque regimi stellari), dove il desmo offrirebbe effettivamente dei vantaggi, la scelta di una distribuzione &ldquo;classica&rdquo; (in questo caso comandata da catena) consente sicuramente di avere un sistema pi&ugrave; semplice ed economico (controllo valvole ogni 30.000 km, cambio olio ogni 15.000). POTENZA E COPPIA  Dicevamo dei numeri: il nuovo V2 di Ducati &egrave; in grado di offrire 120 CV a 10.750 giri (sar&agrave; disponibile anche in versione da 115 CV per modelli pi&ugrave; turistici, oltre alla versione 35 kW) e 93,3 Nm a 8.250 giri (oppure 92,1 Nm). Il limitatore in quinta &egrave; fissato a 11.350 giri. Numeri tendenzialmente pi&ugrave; alti rispetto al Testastretta Evo: il rapporto alesaggio/corsa &egrave; pi&ugrave; superquadro (siamo a 96 x 61,5 mm contro i precedenti 94 e 67,5 mm) e questo ha permesso di raggiungere regimi e potenze comunque importanti, per un bicilindrico di questa cilindrata. Nonostante ci&ograve;, la fasatura (non l&rsquo;alzata) variabile delle valvole dovrebbe garantire comunque un&rsquo;ottimo spunto. Il sistema IVT varia continuamente la fasatura su un arco di 52&deg; grazie a un variatore di fase applicato all&rsquo;estremit&agrave; dell&rsquo;albero a camme. In questo modo si ha un valore di incrocio valvole ottimizzato in funzione del regime e dell&rsquo;apertura farfalla (sul Testastretta l'incrocio era fissato a 11&deg;), ottenendo potenzialmente una curva di erogazione pi&ugrave; regolare e piena ai bassi e medi regimi. I numeri effettivamente sembrano confermarlo: pi&ugrave; del 70% della coppia massima &egrave; disponibile a 3.000 giri e tra i 3.500 e gli 11.000 giri il valore della coppia non scende mai sotto l&rsquo;80%. PRONTO PER L&rsquo;ADVENTURE  A quanto pare, questo V2 &egrave; gi&agrave; pronto per equipaggiare non solo moto sportive, ma anche moto adventure. La versione da 115 CV infatti &egrave; dotata di un alternatore pi&ugrave; potente per gestire i carichi elettrici pi&ugrave; gravosi (per esempio faretti aggiuntivi, ricarica smartphone&hellip;), mentre l&rsquo;imbiellaggio e il volano sono rinforzati per offrire una risposta pi&ugrave; dolce nella guida rilassata. La rapportatura inoltre prevede una prima e seconda marcia pi&ugrave; corte per migliorare lo spunto in forte pendenza, soprattutto in condizioni di pieno carico.  Il nuovo V2 non &egrave; solo leggero ma anche compatto, grazie a soluzioni come la pompa dell&rsquo;acqua posizionata sulla testa del cilindro anteriore, per diminuire la tuberia esposta, o lo scambiatore di calore acqua/olio posizionato all&rsquo;interno della V dei cilindri (niente radiatore olio). Un corpo farfallato da 52 mm alimenta i cilindri e grazie al ride-by-wire sono disponibili 4 mappe motore. Come il Superquadro, il nuovo V2 ha le teste fissate direttamente sul carter, permettendo cos&igrave; grande compattezza ma soprattutto rigidezza. A quanto dichiarato dai tecnici, infatti, &egrave; un motore con funzione portante, sar&agrave; cio&egrave; parte del telaio (proprio come sulle Ducati di ultimissima generazione). Infine, come sul V4 dell&rsquo;ultima Panigale, il cambio &egrave; dotato di quickshifter di seconda generazione, che utilizza una strategia basata unicamente sul sensore marcia presente sul tamburo del cambio (non ci sono celle di carico sull&rsquo;asta di rinvio), soluzione che offre un feeling pi&ugrave; diretto. Non manca ovviamente la frizione antisaltellamento in bagno d&rsquo;olio. Ora, non rimane che vedere quale sar&agrave; la prima moto a utilizzarlo. E un'idea l'abbiamo gi&agrave;...       

Nelle segrete della azienda abbiamo visto in anteprima mondiale il nuovo bicilindrico che andr&agrave; a sostituire l&rsquo;attuale Testastretta 11&deg;. &Egrave; il bicilindrico pi&ugrave; leggero e compatto mai costruito a Borgo Panigale

Clamoroso Ducati: nuovo V2, ma senza Desmo!

        Nella lunga storia del motociclismo, tra le Case a cui piace giocare con i desideri degli appassionati, Ducati e? di quelle che sa bene quali corde toccare. Ne e? una prova l&rsquo;ultima nata, la Panigale V4 2025 che, per non farsi mancare nulla, oltre al magnifico sfoggio di tecnologia, rende omaggio, con tratti di linea evocativi, ad un&rsquo;icona come la 916 e ai suoi 30 anni dall&rsquo;uscita sul mercato. Indice:  1993, Ducati 916: un salto nel passato (pag.2); 2002, Ducati 999: cambiamenti significativi (pag.3); 2007, Ducati 1098-1198: ritorno al passato (pag.4); 2011, Ducati Panigale 1199: il momento di cambiare rotta (pag.5); 2017, Ducati Panigale V4: nuova era sportiva (pag.6); 2024, Ducati Panigale V4 S: verso il futuro (pag.7);  &nbsp; 1993, Ducati 916: un salto nel passato Facciamo qualche passo indietro nella storia delle maxisportive bolognesi. Era la fine del 1993 quando i motociclisti dell&rsquo;intero pianeta strabuzzano gli occhi davanti a una moto che da quel momento in avanti segna, come un macigno, la storia delle sportive, bolognesi e non solo. Le splendide linee di Sergio Robbiano, supervisionate dallo sguardo attento di Massimo Tamburini (all&rsquo;epoca Direttore del Centro Ricerche Cagiva), adornavano un reparto tecnico che, rispetto alle 851 e 888, compiva un deciso balzo in avanti. A quelli che erano dei capisaldi per Ducati, come il telaio a traliccio e il bicilindrico Desmoquattro (sviluppato da Massimo Bordi e Pierluigi Mengoli), vennero apportate modifiche tali, che la 916 rappresento? un concetto tutto nuovo. Una &ldquo;chicca&rdquo;, in voga al tempo, fu il monobraccio, che soppianto? lo schema del forcellone tradizionale delle 851-888. Un pezzo di meccanica in lega di alluminio e fusa in conchiglia, frutto della collaborazione tra CRC e Reparto Corse. Era l&rsquo;esaltazione della sportivita? applicata al Desmo, una moto per tutti quelli che sentivano il sacro richiamo della manetta. Fu un qualcosa di tanto innovativo, bello e prestazionale che quando poi arrivo? in vetrina, nel 1994, segno? quasi un intero decennio di trionfi, sia a livello commerciale e d&rsquo;immagine, che di risultati sportivi. Le prestazioni dichiarate parlavano di una potenza di 114 CV a 9.000 giri/min., per un peso a secco di 195 kg. La 916, nei suoi vari allestimenti SP, SPS e Senna, resto? in listino fino al 1999; poi arrivarono le evoluzioni 996, con il nuovo motore Testastretta (che debutto? sulla 916 SPS), e 998.  &nbsp; 2002, Ducati 999: cambiamenti significativi Nel 2002 si scelse di dare un taglio al passato: la decisione di togliere dalle scene un &ldquo;totem&rdquo; come la serie 916- 996-998 fu una cosa che avrebbe potuto levare il sonno anche al piu? navigato dei manager, ma dopo 10 anni di successi e riconoscimenti, per la moto di Tamburini era arrivato il momento di lasciare il posto a qualcosa di nuovo. La 999, con i l suo design caratterizzato da un inedito frontale con fanali poliellissoidali sovrapposti, di qualita? ne aveva da vendere. A partire dal bicilindrico Testastretta da 117 CV nella prima versione standard, per arrivare alla ciclistica con telaio a traliccio dotato di forcellone che tornava ad essere a doppio braccio.Ne risulto? una moto leggera (208 kg o.d.m) e godibile su strada, grazie anche ad un piu? dolce funzionamento del motore. Era piu? efficace anche in pista.  &nbsp; 2007, Ducati 1098-1198: ritorno al passato La creatura disegnata dal sudafricano Pierre Terblanche, pero?, al netto di una meccanica e una ciclistica efficacissime, non seppe scaldare i cuori degli appassionati, tanto che nel 2007 venne rimpiazzata dalla sontuosa 1098. La moto disegnata da Gianandrea Fabbro evolveva i concetti stilistici della 916, rientrando nel solco tracciato da Tamburini. Quindi riecco il monobraccio, il gruppo ottico anteriore e posteriore sdoppiati e con prese d&rsquo;aria frontali, visti sulla 916. Alla 1098 segui? l&rsquo;evoluzione 1198 e quello fu l&rsquo;ultimo acuto di una filosofia tecnica che stava man mano perdendo terreno di fronte ad una nuova rivoluzione.  &nbsp; 2011, Ducati Panigale 1199: il momento di cambiare rotta Arriva ancora il momento di cambiare rotta: via il telaio a traliccio, dentro il monoscocca scatolato, nel 2011 ecco la Panigale 1199. Una moto nuova fino all&rsquo;ultima vite, dal motore Superquadro (con alesaggio di 112 mm e corsa di 60,8 mm) al telaio concettualmente nuovo. Il design, pero?, non rompeva completamente i ponti con il passato (si preferi? non snaturare troppo lo stile Ducati, come era accaduto con la 999), mantenendo un filo conduttore, almeno nella parte frontale, in comune con la 1198 (e, di fatto, anche con la famiglia 916). Riecco il doppio fanale, evoluto nel disegno, e bocche per l&rsquo;airbox decisamente piu? &ldquo;voraci&rdquo;. Ritroviamo ancora monobraccio e ruota a sbalzo, ma sparisce lo scarico sotto al codone in favore della piu? moderna ed efficace, in fatto di centralizzazione dei pesi, soluzione del doppio silenziatore ai lati e sotto al motore.La Panigale 1199 fece man bassa di consensi. Le linee, anch&rsquo;esse opera di Gianandrea Fabbro, le valsero il prestigioso riconoscimento di prima moto premiata con il Compasso d&rsquo;Oro, nel 2014. Le soddisfazioni, per la Panigale bicilindrica &ndash; evoluta nel tempo nelle versioni 1299 e 1299 S, caratterizzate dal nuovo propulsore di 1.285 cc e 205 CV in sostituzione delle precedenti 1199 base ed S &ndash; non mancarono, anche se non riusci? ad agguantare il Mondiale SBK piloti.  &nbsp; 2017, Ducati Panigale V4: nuova era sportiva Una &ldquo;macchia&rdquo; a cui gli ingegneri Ducati vollero dare una risposta decisa:&nbsp;Andrea Ferraresi sviluppo? le linee della 1199 proiettandole in una nuova era sportiva. Il motore bicilindrico (che comunque verra? mantenuto su Panigale 955 e V2) lascio? spazio al Desmosedici Stradale&nbsp;per dar vita alla prima Panigale V4&nbsp;(era il 2017),&nbsp;che sfruttava il know-how della MotoGP e segnava un nuovo capitolo per l&rsquo;azienda. Al netto del motore, che ora&nbsp;raggiungeva la notevole potenza di 214 CV&nbsp;(226 con il kit) il&nbsp;progetto guardava alla 1199&nbsp;mantenendo una filosofia tecnica simile, con monobraccio posteriore e scarichi sotto le pance della carena. Il telaio in alluminio, ora denominato Front-Frame, abbracciava sempre il motore nella zona frontale.Con la V4 R di 1000 cc arrivano i trionfi in SBK; ma anche sul mercato la rossa bolognese e? in cima alle vendite mondiali delle sportive.  &nbsp; 2024, Ducati Panigale V4 S: verso il futuro Siamo nel 2024, e la storia continua con l&rsquo;evoluzione del progetto Panigale mostrato al WDW. Torna il forcellone bibraccio e il design, quasi a voler chiudere un cerchio, omaggia l&rsquo;antesignana 916; lo si nota subito nei tratti del &ldquo;volto&rdquo; della nuova V4  DUCATI SCRAMBLER 2025: ARRIVANO LA ICON DARK E LA NUOVA FULL THROTTLE       

Con l'ultima Panigale, la Casa bolognese ha voluto rendere omaggio alla moto che 30 anni fa segn&ograve; l'inizio di una decisa evoluzione per le SBK di casa

Ducati, dalla 916 all'ultima V4 S: storia di come sono cambiate le Rosse bolognesi

Crossover, crossover e ancora crossover: sembra che agli italiani non passi la febbre delle maxi enduro, adventure, crossover&hellip;Chiamatele come vi pare, sta di fatto che sono da ormai una decina d&rsquo;anni le moto pi&ugrave; richieste e vendute. E ovviamente oggi ce n&rsquo;&egrave; per tutti i gusti, piccole, medie e maxi, ma soltanto alcune aziende possono vantarsi di avere in casa le ammiraglie. Una di queste &egrave; sicuramente Ducati, che da quando ha presentato la sua Multi V4 ha decisamente sbaragliato le carte in un segmento in cui, prima di lei, regnava incontrastata sua maest&agrave; la BMW GS.  Per il 2025 la Multistrada V4 si adegua all&rsquo;Euro5+ ma &egrave; stata migliorata in tanti, importanti dettagli, che non ne fanno una moto nuova ma sicuramente una moto parecchio migliorata.  Indice:    Elettronica HI-TECH (pag.2)  Ciclistica (pag.2)  PREZZO (pag.3)  La prova (pag.4)  Conclusioni (pag.4)   Ducati Multistrada V4 2025: SEGUE LA STRADA  Con l&rsquo;ultima 1300 GS, BMW ha inseguito la strada della sportivit&agrave;: &egrave; pi&ugrave; rigida, pi&ugrave; potente, pi&ugrave; svelta. Proprio per &ldquo;inseguire&rdquo;, almeno in parte, la strada Ducati. La Multi del 2025 invece fa l&rsquo;opposto, e provando a smussare qualche spigolo cerca di diventare ancora pi&ugrave; turistica, confortevole, facile. Proprio come la GS.  Tornando alla Multi, prima di tutto &egrave; stato rinfrescato il design, soprattutto la parte frontale, ora in linea con gli ultimi dettami della sorella superbike, la Panigale. I fari infatti sono pi&ugrave; accigliati e rivolti verso il basso, come in generale tutto il frontale. E dal vivo &egrave; effettivamente pi&ugrave; aggressiva, pronta a mordere l&rsquo;asfalto (e non solo).  A livello tecnico c&rsquo;&egrave; qualche novit&agrave; da segnalare. Il motore della Ducati Multistrada V4 2025 pressoch&eacute; invariato, sempre 1.158 cc, sempre senza desmo, sempre con albero motore controrotante, sempre con 170 CV a 10.750 giri e 124 Nm, ma per omologarsi all&rsquo;Euro5+ adotta un nuovo scarico e un ridisegnato asse a camme (lato scarico). Altra novit&agrave;, ora &egrave; prevista la deattivazione dei cilindri della bancata posteriore anche in movimento (di solito a bassa velocit&agrave;), per ottimizzare i consumi (che Ducati dichiara essere migliorati di qualche punto percentuale).    &nbsp;  Multistrada V4 2025: elettronica HI-TECH  La vera novit&agrave; per&ograve; &egrave; l&rsquo;incredibile livello raggiunto dall&rsquo;elettronica. La Ducati Multistrada V4 2025 sfrutta il DVO (Ducati Vehicle Observer), un sistema gi&agrave; visto sulla Panigale che, simulando l&rsquo;input di 70 sensori virtuali e interpolandoli con i dati della piattaforma inerziale, permette di avere controlli elettronici pi&ugrave; raffinati (controllo di trazione, anti-wheelie e ABS Cornering) e capaci di auto-regolarsi in base alla situazione.  A livello di elettronica, si segnala anche il debutto del nuovo Riding Mode Wet (oltre ai gi&agrave; presenti Sport, Touring, Urban ed Enduro), della mappa motore Off-Road (114 CV), dei tre livelli di freno motore, dei nuovi livelli di riscaldamento per manopole e selle, del nuovo sistema Forward Collision Warning (grazie al radar anteriore avvisa il pilota tramite un segnale luminoso del pericolo di impatto frontale), delle nuove e pi&ugrave; efficaci Cornering Lights (illuminano meglio la strada) ma soprattutto della nuova frenata integrale. Questa utilizza sia la strategia front-to-rear (gestisce il freno posteriore anche azionando il solo comando anteriore) sia la rear-to-front (ottimizza la potenza frenante quando si agisce sul solo comando posteriore, intervenendo sull&rsquo;anteriore).  Altra chicca elettronica &egrave; l&rsquo;abbassatore, che Ducati chiama Automatic Lowering Device: la moto si &quot;abbassa&quot; automaticamente quando si scende sotto i 10 km/h. Infine, Il cruscotto TFT a colori da 6,5 pollici &egrave; stato aggiornato nell&rsquo;interfaccia utente.    Ducati Multistrada V4 2025: ciclistica  E la ciclistica? Tutto identico&hellip;tranne qualcosa. Il telaio della Ducati Multistrada V4 2025 rimane una monoscocca in alluminio con forcellone bibraccio, ma quest&rsquo;ultimo ora &egrave; montato su un perno posizionato 1 mm pi&ugrave; in alto.  Ma perch&eacute; si alza il cosiddetto pivot forcellone? Per ridurre l&rsquo;effetto anti-squat, che in pista ti serve per aumentare il tiro catena, in strada per mantenere la moto pi&ugrave; in assetto anche a pieno carico. Sulla versione S sono confermate le sospensioni semiattive Marzocchi con tecnologia Skyhook, ma grazie a un nuovo sensore montato sulla forcella e a una funzionalit&agrave; predittiva dell&rsquo;elettronica (Ducati la chiama bump detection), la centralina dovrebbe adeguare in pochissimi millisecondi la risposta della sospensione posteriore (ma anche della forcella&hellip;) alle asperit&agrave; stradali. Non mancano un nuovo disco freno posteriore (280 mm vs 265), una sella pilota pi&ugrave; confortevole a livello di schiumato e un posto passeggero pi&ugrave; spazioso, grazie agli attacchi delle borse arretrati e a un nuovo supporto top case. Inediti anche i cerchi forgiati (optional, -2 kg rispetto a quelli standard fusi) e i cerchi a raggi (-3 kg rispetto ai precedenti).  Confermati bene o male i pesi, 229 kg la standard senza benzina (serbatoio da 22 litri). La sella normalmente &egrave; a 840 mm, ma esistono tantissime possibilit&agrave; di regolazione e di selle pi&ugrave; basse (oltre al kit di abbassamento che prevede molle sospensioni pi&ugrave; corte); si pu&ograve; arrivare addirittura a 795 mm, roba da scrambler di media cilindrata (senza contare l&rsquo;ulteriore aiuto del nuovo abbassatore).    &nbsp;  Ducati Multistrada V4 2025: PREZZO  Quanto pu&ograve; costare un oggetto del genere? Tanto, ve lo diciamo subito. Per la Multistrada V4 standard si parte da 20.690 euro, ma per una S ne servono almeno 24.990. A questi si aggiungono ovviamente tutti i vari pacchetti accessori, tra cui i nuovi Sport Travel &amp; Radar e Adventure Travel &amp; Radar. Questi comprendono cavalletto centrale, manopole e selle riscaldate e naturalmente radar anteriore e posteriore. Lo Sport aggiunge le valige e i cerchi forgiati, mentre l&#39;Adventure &egrave; caratterizzato da valige in alluminio e ruote a raggi. I prezzi per&ograve; diventano ancora pi&ugrave; proibitivi&hellip;    &nbsp;  Multistrada V4 2025: LA PROVA    Possiamo dirlo senza timore di smentita: la Ducati Multistrada V4 S era gi&agrave; una moto al vertice della categoria, per prestazioni, tecnologia, comfort. Eppure i tecnici sono intervenuti in molte aree, e guarda un po&rsquo;, proprio dove serviva. Per esempio sull&rsquo;ergonomia: sulla precedente Multi ti accomodavi e trovavi un ambiente accogliente, ma forse un po&rsquo; obbligato. Sulla sella non c&rsquo;era grande libert&agrave; di movimento. La nuova sella &egrave; pi&ugrave; confortevole ma soprattutto pi&ugrave; spaziosa, lasciando cos&igrave; pi&ugrave; margine per trovare la posizione corretta in base alle proprie misure. E poi l&rsquo;abbassatore, che di fatto rende una moto da oltre 260 kg (con valigie e pieno di benzina) pi&ugrave; accessibile. Chi &egrave; alto non ne percepir&agrave; forse i reali benefici, ma chi ha leve corte si sentir&agrave; parecchio aiutato, soprattutto nelle insidiose manovre a bassa velocit&agrave;. Il resto dell&rsquo;ergonomia &egrave; confermato, quindi: schiena eretta, manubrio largo e basso (forse un po&rsquo; lontano dal busto), pedane centrali e correttamente distanziate dal piano seduta. Le vibrazioni sono contenute e la protezione aerodinamica &egrave; ottima: quella garantita dal serbatoio alle gambe &egrave; eccellente, quella del plexi buona (anche se ai pi&ugrave; alti rimangono fuori il casco e gran parte delle braccia, anche nella posizione pi&ugrave; alta del plexi; il sistema di regolazione invece &egrave; un esempio di funzionalit&agrave; e pulizia).  TI PORTA PER MANO  Una moto dunque immediatamente pi&ugrave; accessibile e amichevole (ovviamente non stiamo parlando di rivoluzioni), grazie anche a una risposta del gas e in generale a un&rsquo;elettronica veramente allo stato dell&rsquo;arte. La risposta del gas alle piccole aperture &egrave; davvero ben gestita, sembra realmente un comando collegato direttamente alle sinapsi del pilota, che in questo modo pu&ograve; davvero centellinare ogni singolo Nm da spedire alla ruota. Soltanto ai bassissimi regimi, per intenderci sotto i 2.500, il V4 non &egrave; ancora il riferimento di elasticit&agrave;, e al pilota arriva qualche leggero scuotimento. Capita l&rsquo;antifona comunque, basta superare tale soglia per avere tutta la fluidit&agrave; che si pu&ograve; desiderare. Discorso valido anche per il quickshifter, morbidissimo a basse andature ma comunque rapido, e per i freni, dal comando molto modulabile. Convince meno invece il sistema di frenata integrale, in particolare la funzione rear-to-front: se siete poco pi&ugrave; che esperti, probabilmente vi infastidir&agrave; il fatto che, utilizzando il freno posteriore per aiutarvi in curva, qualcun altro al vostro posto decida di azionare anche il freno anteriore. Nulla di drammatico, beninteso, anche perch&eacute; scrollando un attimo nei men&ugrave; si pu&ograve; facilmente disattivare (cosa che ho fatto dopo i primi tornanti affrontati con un po&rsquo; di brio).    CUORE LEONE  Oltre che per l&rsquo;elevatissimo livello di tecnologia, per&ograve;, la Ducati Multistrada V4 la acquisti prima di tutto per come si guida, per provare quel brivido che soltanto gli oggetti pi&ugrave; esclusivi possono trasmettere. E lei sembra non vedere l&rsquo;ora. Il motore, per esempio, &egrave; un vero capolavoro di ingegneria. Come sono riusciti a trasformare un animale da corsa in un propulsore educato, forte e perfettamente a suo agio nella guida stradale? Magie dell&rsquo;elettronica, ma non solo. C&rsquo;&egrave; qualcosa di primitivo nella forza di questo 4 a V, dai 4 ai 9.000 giri e anche oltre (ma davvero servono quegli ultimi 2.000 giri?) spinge con un&rsquo;energia paragonabile solo alle moderne superbike; eppure, &egrave; come se fosse tutto controllato, semplice. Come se si fossero acquisiti degli speciali super-poteri per gestire le altissime velocit&agrave;. L&rsquo;erogazione senza sosta pu&ograve; tra l&rsquo;altro contare su un quickshifter davvero rapido e preciso.  Anche la ciclistica &egrave; superlativa. Pur essendo una moto pesante, l&rsquo;ottima distribuzione dei pesi e la taratura azzeccata delle sospensioni riescono a darti quella fiducia per guidare come ti pare. Ti senti la moto in mano, da subito. Le semiattive poi riescono nel compito per cui sono state progettate, ovvero allargare il range di versatilit&agrave; (rigide o morbide quando serve), senza restituire sensazioni artificiali. Hai un avantreno solido in ingresso curva, ma anche una moto capace di sorvolare su quasi tutti gli ostacoli e rimettersi in assetto in pochi attimi. Proprio a riguardo di quest&rsquo;ultima capacit&agrave;, ovvero il riuscire a copiare gli ostacoli, le Marzocchi della Multi con il loro Skyhook sono arrivate a un livello paragonabile alle Showa semiattive (utilizzate per esempio da Kawasaki e ultimamente anche Suzuki), un riferimento di raffinatezza e funzionalit&agrave;. In condizioni meteo veramente pessime (ha piovuto tutta la giornata di test) ho apprezzato particolarmente la loro capacit&agrave; di far muovere la moto quel tanto che basta per farti sentire il (poco) grip dell&rsquo;asfalto e allo stesso modo offrire un buon sostegno in caso di frenate importanti.    BRAVA DUCATI  Ducati ha fatto bene a non spingersi ancora pi&ugrave; in l&agrave; con le prestazioni. In questo modo la Multi rimane un&rsquo;incredibile moto da turismo, estremamente versatile e prestazionale, ora ancora pi&ugrave; confortevole e tecnologica. Sar&agrave; la nuova regina del segmento? Stiamo gi&agrave; organizzando una comparativa per scoprirlo&hellip;nel frattempo, brava Ducati.   

Con un&rsquo;ulteriore iniezione di tecnologia, la nuova Multistrada diventa ancora pi&ugrave; confortevole e intuitiva, senza perdere un briciolo di sportivit&agrave;

Test Ducati Multistrada V4 S 2025, crossover hi-tech

Con un&rsquo;ulteriore iniezione di tecnologia, la nuova Multistrada diventa ancora pi&ugrave; confortevole e intuitiva, senza perdere un briciolo di sportivit&agrave;. Ecco le foto della prova

Ducati Multistrada V4 S 2025, LE FOTO DELLA PROVA

        Alla 41&ordf; edizione di&nbsp;Auto e Moto d&rsquo;Epoca, la manifestazione internazionale dedicata ai veicoli d&rsquo;epoca a due e quattro ruote che si svolge a BolognaFiere dal 24 al 27 ottobre, c&rsquo;&egrave; anche Ducati che espone i propri modelli presso il Padiglione 31: una collezione di otto moto appartenenti alla leggendaria famiglia 916 che quest&rsquo;anno celebra il suo trentesimo anniversario. Trent&rsquo;anni di Ducati 916 in mostra Ducati, per Auto e Moto d&rsquo;Epoca, mette un&rsquo;attenzione particolare sulle versioni da corsa, raccontando la storia di successi che ha contraddistinto questa iconica dinastia dal 1994 al 2002. Da non perdere, le quattro moto che hanno consacrato Carl Fogarty come il pilota pi&ugrave; titolato nella storia di Ducati, le stesse con cui si &egrave; laureato campione del mondo nel 1994, 1995, 1998 e 1999. Ma ci sono anche la 916 di Troy Corser del 1996 e la 996 R del 2001 di Troy Bayliss, insieme alle versioni 996 del 2000 e 998 del 2002.Le moto esposte hanno contribuito a consacrare Ducati come punto di riferimento nel mondo delle Superbike. La Ducati 916, insieme alle sue discendenti, &egrave; infatti la superbike classica pi&ugrave; vincente di sempre, con un palmar&egrave;s di 121 vittorie, 8 Titoli Mondiali Costruttori e 6 Titoli Mondiali Piloti nel Campionato Mondiale dedicato alle derivate di serie. Ad Auto e Moto d&rsquo;Epoca non pu&ograve; ovviamente mancare la nuova Panigale V4, presentata per la prima volta lo scorso luglio durante il World Ducati Week.  L&rsquo;esperienza allo stand di Poste Per arricchire l&rsquo;esperienza di visita in fiera, Poste Italiane ha riservato una sorpresa ai visitatori e agli appassionati Ducatisti. Presso il loro spazio espositivo, al Padiglione 22, stand A1, Poste rende disponibili annulli speciali per ogni giorno della manifestazione, e presenta anche un pregiato cofanetto dedicato a Ducati e realizzato in tiratura limitata di 500 esemplari.Il cofanetto Ducati contiene una litografia affrancata e annullata che ritrae la Panigale V4, e tre monete in argento del valore di 5 euro ciascuna, appartenenti alla Collezione Numismatica 2024, che mostrano sui lati anteriori una veduta storica dello stabilimento Ducati di Borgo Panigale e sul rovescio tre design distinti: la Ducati 60, la Ducati 916 e la Panigale V4.  DUCATI SCRAMBLER: PER IL 10&deg; ANNIVERSARIO ARRIVA LA RIZOMA EDITION       

La Casa di Borgo Panigale celebra questa leggendaria dinastia, con otto moto, presso la manifestazione internazionale dedicata ai veicoli d&rsquo;epoca a due e quattro ruote

Ducati 916: trent’anni di storia in mostra ad Auto e Moto d’Epoca 2024

        Lo scorso 19 settembre, Ducati ha dato il via alla serie di appuntamenti con cui da anni presenta le novit&agrave; per la stagione successiva, la Ducati World Premi&egrave;re. Sulla scia del successo della nuova Panigale V4, sono cos&igrave; iniziati altri appuntamenti, come stabilito dal calendario rilasciato dalla Casa di Borgo Panigale: c&rsquo;&egrave; stato il momento della nuova Multistrada V4 (il 19 settembre, il primo appuntamento), poi &egrave; stata la volta delle nuove Scrambler Icon Dark e Full Throttle (il 7 ottobre). Oggi, 17 ottobre, con l&rsquo;appuntamento intitolato &ldquo;Celebratory Beauty&rdquo;, Ducati ha presentato lo Scrambler 10&deg; Anniversario Rizoma Edition. Scrambler come simbiosi Dal nome inequivocabile, questo Scrambler celebra il decimo anniversario dalla nascita della moto post- heritage della Casa di Borgo Panigale, &ldquo;e la profonda connessione &ndash; quasi una simbiosi &ndash; che si instaura fra ogni Scrambler e il suo proprietario&rdquo;, spiega Ducati nella nota stampa. Alla creazione di questa moto ha partecipato Rizoma, storico partner del Marchio ma che per la prima volta, in questa occasione, contribuisce in prima persona alla definizione di un modello di serie. Serie limitata e dettagli ad hoc firmati Rizoma Lo Scrambler 10&deg; Anniversario Rizoma Edition &egrave; realizzato in serie limitata e numerata in 500 esemplari. "Questa Scrambler &egrave; diversa dalle altre. &Egrave; dedicata ai 500 che osano, che vedono oltre, che vogliono lasciare un segno indelebile&rdquo;, ha dichiarato Fabrizio Rigolio, Creative Director e fondatore di Rizoma. Elegante e dal design unico, nella sua colorazione valorizzata dai dettagli in Metal Rose, presenta tutta una serie di elementi studiati ad hoc da Rizoma. La livrea, definita sempre da Rizoma e in collaborazione con il Centro Stile Ducati, &egrave; basata sull&rsquo;equilibrio cromatico di Stone White, nero, e Metal Rose. Il serbatoio, il motore, le componenti ciclistiche e dettagli come gli specchietti bar-end o l&rsquo;impianto di scarico, esprimono eleganza grazie al nero. Il nero, dunque, diventa una base per mettere in risalto le finiture Metal Rose (che troviamo su coperchi, pedane, parabrezza) e allo stesso tempo creare un contrasto con lo Stone White della cover serbatoio e del parafango sportivo. &ldquo;Rizoma &egrave; riuscita nel difficile compito di reinterpretare Scrambler mantenendone inalterata l&rsquo;essenza &ndash; ha detto Andrea Ferraresi, direttore Strategy e Centro Stile Ducati &ndash;. Sono rimasto colpito dal rigore formale, dalla cura dei dettagli e dalla pulizia del trattamento, anche cromatico, che Rizoma ha inserito sul concept che poi &egrave; diventata questa versione celebrativa del decimo anniversario di Scrambler&rdquo;. A spingere lo Scrambler 10&deg; Anniversario Rizoma Edition c&rsquo;&egrave; il motore bicilindrico Desmodue da 73 CV, completamente a vista. Il modello sar&agrave; disponibile da marzo 2025. UNA DUCATI DESERTX ISPIRATA DAL MANZONI: ECCO LA GIBIGIANA DI GPDESIGN       

Durante il nuovo appuntamento della Ducati World Premi&egrave;re &egrave; stato svelato il modello celebra il decimo anniversario dalla nascita della moto post-heritage della Casa

Ducati presenta Scrambler 10° Anniversario Rizoma Edition

Uno Scrambler che celebra il decimo anniversario dalla nascita della moto post- heritage della Casa di Borgo Panigale. Realizzato in collaborazione con lo storico partner Rizoma (che per la prima volta contribuisce alla definizione di un modello di serie), è una serie limitata da 500 esemplari

Ducati Scrambler 10° Anniversario Rizoma Edition: le foto

        Design e tecnica in un&rsquo;unica opera, una Ducati DesertX che si distacca dagli schemi tradizionali, capace di evocare emozioni al primo sguardo oltre che voler offrire un&rsquo;esperienza di guida unica. Il nome, Gibigiana, trae le sue radici da un termine con un passato storico, utilizzato oltre duecento anni fa da Alessandro Manzoni per indicare lo splendore della luce riflessa, il principio cardine di tutto il progetto.  Ducati Scrambler 2025: arrivano la Icon Dark e la nuova Full Throttle L'idea della Gibigiana Cos&igrave; Luca Pozzato descrive l&rsquo;ispirazione dietro l&rsquo;idea di dar vita a Gibigiana: "Tutto nasce dall&rsquo;incontro per un servizio fotografico di una moto special firmata GPDesign. Siamo entrati subito in empatia, Pierpaolo prima di essere attore &egrave; un uomo vero, con i piedi ben saldi a terra. La passione per la moto che ci accomuna ha fatto tutto il resto. Quando ha avuto la possibilit&agrave; di venirmi a trovare presso il mio atelier dove personalizzo le moto, &egrave; rimasto particolarmente colpito, perch&eacute; Pierpaolo &egrave; un vero motociclista con una grande passione per la meccanica e per quello che rappresenta il bello. In questo luogo iconico, pieno di fascino e di storia abbiamo deciso di realizzare una moto da utilizzare tutti i giorni con la possibilit&agrave; di qualche escursione in off-road. La scelta ricade sulla Ducati DesertX. Una moto perfetta per il progetto che scatena anche in versione &ldquo;standard&rdquo; l&rsquo;effetto wow, e che noi abbiamo amplificato con una personalizzazione mirata sui desideri di Pierpaolo abbinati agli standard del nostro nuovo Reparto Corse".  Come &egrave; fatta la Ducati DesrtX "Gibigiana" La base di partenza &egrave; stata ulteriormente ottimizzata grazie a partners d&rsquo;eccezione, tutti rigorosamente italiani. Il capitolo sospensioni, curato da Andreani Group, offre settaggi ad hoc che migliorano l&rsquo;uso della Ducati DesertX Gibigiana in off-road, merito dell'assetto rialzato e del lavoro sulla forcella e sul mono posteriore Ohlins. Intervento anche sulla sella Rally, ora completamente rivista, esternamente e internamente grazie all&rsquo;utilizzo di una fodera pensata per un comfort ideale anche in situazioni estreme. Altro contributo chiave deriva dall&rsquo;azienda CNC Racing, impegnata nel fornire tutti i particolari ricavati dal pieno e quelli in carbonio. A coronamento del progetto, un brillante scarico firmato HP Corse e un giallo denominato &ldquo;Passione&rdquo; realizzato in multistrato e abbinato ad una grafica racing. Perch&eacute; il giallo? A rispondere &egrave; Luca Pozzato: "Perch&eacute; il giallo &egrave; il colore della luce, del sole e del calore che ne ricaviamo. In sostanza della passione&hellip; ". Se il bauletto si sgancia, chi paga?       

L'atelier torinese, guidato dal visionario Luca Pozzato, sforna la nuova creazione artistica dedicata all'attore e motociclista Pierpaolo Spollon

Una Ducati DesertX ispirata dal Manzoni: ecco la Gibigiana di GPDesign

        "Bruno" &egrave; una Fiat 500 del 1965, ma non &egrave; una semplice automobile. Si tratta di un'auto d'epoca che di "vecchio" ha ben poco, neanche l'aspetto. Al suo interno nasconde un animo da supercar, caratterizzato da un motore Ducati che farebbe rabbrividire qualunque vettura da corsa.&nbsp;  Ducati Scrambler Icon Dark e Full Throttle 2025 Trasformata in un bolide Il propulsore di Bruno &egrave; un Ducati 996 capace di erogare 118 CV di potenza, che fanno letteralmente schizzare questa automobilina leggerissima. Con un kit widebody e pannelli d'accento in fibra di carbonio, inclusi cofano e portiere, ogni dettaglio &egrave; stato pensato per esprimere un carattere unico. I fari da rally PIAA e un enorme spoiler completano l&rsquo;aspetto aggressivo di questa vettura. Lo scarico Termignoni, posizionati sul retro, producono un suono inconfondibile da pelle d'oca. Audi E-Tron Vs Ducati Panigale V4 S: gara di accelerazione Ecco il risultato:             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Jessie (@what.shedrives)            

La storia di questa piccola automobile &egrave; davvero particolare: il suo propulsore da 118 CV e un kit widebody la rendono quasi una supercar (o una supermoto)

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Il MAUTO e Ducati rendono omaggioad Ayrton Senna attraverso la mostra &ldquo;Ayrton Senna Forever&rdquo;. Fino al 3 novembre 2024, tra i cimeli legati al campione brasiliano, viene esposto il Monster Senna, una moto speciale creata in collaborazione tra Ducati e Senna Brands.    Una moto unica al mondo  Il modello unico celebra il legame tra l&#39;azienda e il pilota: realizzato in edizione limitata con soli 341 esemplari, numero scelto per rappresentare i tre titoli mondiali e le 41 vittorie di Senna in Formula 1, si ispira al Monster 900 di cui Senna fu uno dei primi proprietari. La livrea speciale richiama i colori del casco del pilota e la bandiera brasiliana. La moto vanta un motore bicilindrico Testastretta 11&deg; da 111 CV, sospensioni regolabili e freni Brembo.&nbsp;  La famiglia Monster, che include le versioni Monster, Monster+ e Monster SP, &egrave; disponibile anche in una versione depotenziata per i possessori di patente A2.  Il 17 ottobre si ter&agrave; inoltre un evento speciale intitolato &quot;Senna e Ducati: Quando i Miti si incontrano&quot;, con la partecipazione del curatore del Museo Ducati, Livio Lodi, e del Brand &amp; Design Project Manager Lorenzo Corghi.    Ducati Scrambler 2025: arrivano la Icon Dark e la nuova Full Throttle  &nbsp; 

Una mostra ricca di cimeli e in cui sar&agrave; esposta la particolarissima moto che celebra il legame tra l&#39;azienda italiana e il compianto campione di F1: appuntamento fino al 3 novembre

Il Monster Senna al MAUTO omaggia l&#39;indimenticato Ayrton

"Bruno" è una Fiat 500 del 1965 trasformata in una supercar. Equipaggiata con un motore Ducati 996 da 118 CV, è leggera, velocissima e accattivante anche grazie a un kit widebody, fari da rally e un grande spoiler

L'avete mai vista una "vecchia" Fiat 500 con motore Ducati?

        Da quando Ducati ha riportato in vita il nome Scrambler, non ha mai interrotto la crescita del modello arrivando alla seconda generazione con una serie di innovazioni estetiche e tecniche, mantenendo per&ograve; invariate le caratteristiche principali come il telaio a traliccio e il motore a distribuzione desmodromica raffreddato ad aria, due veri e propri capisaldi della tradizione di Borgo Panigale. Per il 2025, quindi, arrivano due nuovi modelli della famiglia: l'Icon Dark e la nuova Full Throttle. Scrambler Icon Dark, nera come la notte L'Icon Dark rappresenta l'essenza pi&ugrave; pura del marchio Scrambler, caratterizzata da un design minimalista e una colorazione nero opaco. Questo modello &egrave; ideale per chi cerca una moto essenziale, ma con grande carattere. L'Icon Dark funge da "porta d&rsquo;ingresso" alla gamma Scrambler, con un look che invita alla personalizzazione, un elemento centrale del mondo Ducati che si rif&agrave; alla storia recente, con le versioni base Dark degli anni '00 caratterizzate dal colore nero opaco e da componentistica semplificata rispetto alle versioni pi&ugrave; accessoriate.  Scrambler Full Throttle... a manetta! Il modello Full Throttle 2025 si ispira alle competizioni Flat Track degli Stati Uniti ed &egrave; il proseguo di una tradizione che vede la Full Throttle come una delle versioni pi&ugrave; di successo della famiglia Scrambler. Questa nuova interpretazione &egrave; caratterizzata da una livrea nero e bronzo, con dettagli che richiamano le auto e moto da corsa degli anni &lsquo;70. La Full Throttle presenta una sella sportiva, un manubrio ribassato e il silenziatore Termignoni omologato e le frecce a LED Ducati Performance di serie. Arriva anche il Ducati Quick Shift up/down che esalta il carattere sportivo e dinamico della moto.  Tecnicamente, sempre Scrambler Entrambi i modelli sono equipaggiati con lo storico motore bicilindrico Desmodue raffreddato ad aria, che offre una potenza massima di 73 cavalli. La seconda generazione dello Scrambler introduce contenuti tecnici aggiornati, come il Ride-by-wire, quickshifter e Riding Modes, migliorando sia il piacere di guida che la sicurezza, e qui tutto viene nuovamente confermato. I neofiti possono inoltre scegliere una versione a 35 kW, adatta ai motociclisti con patente A2. Disponibilit&agrave; e accessori L'Icon Dark sar&agrave; disponibile nei concessionari a partire da ottobre 2024, mentre la Full Throttle arriver&agrave; a dicembre 2024 con una serie di opzioni per la personalizzazione. Ducati offre una vasta gamma di accessori per i modelli 2025 come scarichi, selle, cover colorate, pedane, specchietti e borse morbide. Tutti gli accessori sono visualizzabili sul nuovo configuratore online di Ducati. I prezzi sono in via di definizione.        

La famiglia Scrambler si aggiorna per il 2025 riportando lo storico nome "Dark" sulla carrozzeria di una Ducati e aggiornando l'apprezzatissima versione Full Throttle

Hypermotard 950 RVE

Prezzo Franco concessionario

Peso in ordine di marcia

Potenza kW / Giri motore

Scheda tecnica Ducati Hypermotard 950 RVE

MISURE Ducati Hypermotard 950 RVE

MOTORE Ducati Hypermotard 950 RVE

CICLISTICA Ducati Hypermotard 950 RVE

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