EICMA 2022, Domenicali: il salone deve cambiare

Il punto di vista interessante del CEO Ducati, espresso nel corso di un convegno al quale abbiamo assistito nella giornata inaugurale dell’Eicma

EICMA 2022, Domenicali: il salone deve cambiare
© Foto Courtesy Eicma

Riccardo MatesicRiccardo Matesic

9 nov 2022

Siamo tornati perché ovviamente come azienda italiana vogliamo bene all’Eicma, ma è chiaro che il Salone in futuro dovrà cambiare”. Si è espresso con queste parole Claudio Domenicali, CEO Ducati, nel corso di un convegno con l’industria motociclistica, organizzato all’interno del Salone di Milano. “Vedo una fiera del futuro come contenitore di emozioni. Perché la semplice esposizione del prodotto la si fa già meglio online”.

Domenicali: i Saloni luoghi di aggregazione

La frase si inserisce in un discorso più ampio, il cui senso è che Internet – o se preferite il Metaverso – offre ormai le migliori opportunità per mostrare le moto agli appassionati. Al punto che anche il ruolo del concessionario dovrà cambiare.

Non sto dicendo che pensiamo di fare a meno delle concessionarie ovviamente – ha chiarito il manager -. Piuttosto che il loro ruolo potrà cambiare. Da semplice esposizione di moto potranno magari diventare luoghi di aggregazione e socializzazione per i motociclisti. In futuro magari si potrà andare dal concessionario per vedere la gara di MotoGP piuttosto che trovarci un lounge bar”.

Un’uscita forte quella di Claudio Domenicali, che la dice lunga sul confronto interno a Confindustria Ancma per individuare la direzione da prendere con quella che è tuttora la più grande fiera motociclistica del mondo, l’Eicma.

Le case appaiono divise su questo. E mentre al Salone in corso in questi giorni troviamo gli stand faraonici di alcuni costruttori, convintissimi del rapporto con il pubblico che si può instaurare in un evento come questo (Honda, Yamaha, Benelli, CFMoto, per citarne alcuni), dall’altra non si può non registrare l’assenza di alcuni grandi marchi. Come BMW, KTM, Harley Davidson, Alpinestars; e altri.

Direct marketing

Il nodo è ovviamente quello dei costi della partecipazione a un evento come questo; che per le grandi case superano di molto il mezzo milione di euro. E nel periodo della Pandemia sono in tanti ad aver dirottato parte di questi investimenti in quello che si chiama Direct Marketing, imparando a utilizzare la rete e i metadata per raggiungere appassionati, clienti e potenziali clienti.

Alcune case stanno già facendo da sole, alcune altre sono rimaste fedeli ai saloni, altre ancora sono tornate. Del domani però non c’è certezza, e la discussione è aperta fra i costruttori.
Noi intanto ci godiamo questo salone.

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