Racer-X, semplicità estrema per l'elettrica special

La nuova creatura di Mark Atkinson, già padre della BMW 75K Alpha, sarà in mostra fino ad aprile 2020 al Peterson Automotive Museum di Los Angeles. Inedito design delle ruote senza hub, struttura in tubi di alluminio e software open source Arduino per azionare lo sterzo 

19 apr 2019

Cosa potrei costruire se non avessi un preconcetto su come dovrebbe apparire una motocicletta?”. Da questo interrogativo è partito Mark Atkinson, costruttore di moto special e già padre della BMW 75K Alpha, per creare Racer-X, estrema moto elettrica che supera i limiti del design partendo da un foglio bianco.

APPUNTAMENTO - La creatura è esposta al Peterson Automotive Museum di Los Angeles per il display Electric Revolution dallo scorso 6 aprile e lo sarà per un anno intero.

PARTIRE DALLA SEMPLICITÀ - La risposta di Atkinson alla domanda iniziale, a differenza di quanto si possa pensare, si traduce in un design pulito di ardesia, due ruote ed energia elettrica. Semplicità, quindi, come punto di partenza. Altra idea del costruttore era di far ruotare la sospensione e lo sterzo sullo stesso asse. “Ho disegnato una X su un tovagliolo... Il punto di rotazione non ha funzionato al centro, quindi è stato spostato il più avanti possibile”.

IL NOME - Da quella X disegnata è nato anche il nome della moto, scelto non da Atkinson ma da Kim Lohstroh Young di The Vintagent che ha spinto e accelerato i tempi di costruzione per portare Racer-X in mostra al Peterson Automotive Museum.

LO STERZO - E lo sterzo? “Allo sterzo ci ha pensato il mio amico Tom Burkland” racconta Atkinson. “Ha detto che se avessi usato due pivot per punto di attacco, avrebbe funzionato. L'ho fatto, ed è andata bene”. Questo però ha reso l'asse dello sterzo sfalsata rispetto alla linea centrale della ruota: qui arriva il colpo di genio. Per esagerare il movimento della ruota anteriore, Atkinson ha dato vita al design delle ruote senza hub, ricavando l'unità centrale da un grosso pezzo di alluminio a cui sono state imbullonate due sezioni di cerchio in fibra di carbonio per trattenere il pneumatico. Inoltre, lo sterzo è azionato da un servomotore controllato dal software open source Arduino.

IL MOTORE - Il motore, invece, arriva dal dottor John Sullivan della Perdue University, compagno di corse (insieme a tutto il suo team) di Atkinson sul deserto salato di Bonneville. La squadra corre con moto elettriche che vantano molti record nei 115 mph (circa 185 km/h). Il caso vuole che quando Mark Atkinson contatta il dottor Sullivan perché interessato al motore, questi aveva appena fatto l'upgrade della due ruote. Non ha quindi avuto problemi a offrire il motore precendente per la Racer-X. Un controller Sevcon e batterie Nissan LEAF alimentano il motore da 38 Kw.

LA CARROZZERIA - La dorsale monoscocca in fibra di carbonio non ha convinto il costruttore che, per la carrozzeria, ha optato per una struttura di tubi in alluminio ricoperta da pannelli di carbonio. Una bella sfida che va ad aggiungersi al grande lavoro di Racer-X.

EVOLUZIONE - Il mercato dei veicoli elettrici cresce e la novità di Atkinson, oltre a essere complessa e affascinante, è estrema nella sua semplicità. È il chiaro segnale di un settore in continua evoluzione, in cui c'è sempre più necessità di nuove idee e costruttori disposti a metterle in pratica.

VIA | speedofcheeseracing.com

VIA | www.bikeexif.com

Foto di Kaycee Landsaw

Iscriviti alla newsletter

Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail

Premendo il tasto “Iscriviti ora” dichiaro di aver letto la nostra Privacy Policy e di accettare le Condizioni Generali di Utilizzo dei Siti e di Vendita.

Commenti

Loading

S2 Concept trasforma la Triumph Speed Triple 1200 in una “Daytona” da pista

Con un kit completo si può trasformare la maxi roadster tre cilindri in una belva carenata da pista dal look aggressivo e racing

RB001: l’incontro tra artigianato e design avanzato, una visione dal futuro

Rusty Brains ha creato una special unica, trasformando una moto anonima in un progetto ponte fra le linee immortali del passato e l’immagine di un futuro tecnologico