Come Cambia: Ducati Diavel V4

La Diavel non è più bicilindrica, ma ora sfoggia il motore V4 Granturismo e una veste estetica inedita, che porta a un nuovo livello il concetto di power cruiser made in Italy. Una moto tutta nuova che messa accanto alla precedente per scoprire come cambia

Michele LallaiMichele Lallai

31 ott 2022

Il diavolo cambia pelle, diventa più muscoloso e sfoggia due cilindri in più con il motore V4 Granturismo che già aquipaggia la Multistrada. La Diavel 2023 rimane fedele al concetto di power cruiser ad alte prestazioni che l'ha resa un unicum nel panorama motociclistico, ma ha linee più morbide e fa pensare più a un corpo muscoloso e scolpito rispetto alla versione che sostituisce, più "mostro meccanico" che organico. Per capire meglio questo concetto, abbiamo messo la nuova e la vecchia una accanto all'altra, e le differenze sono oggettivamente enormi.

Più curve e complessità di linee

In rosso si apprezza meglio, ma anche nelle versioni di colore più scuro possiamo notare come il profilo della moto non sia cambiato più di tanto. Rimangono simili sia le proporzioni che la sensazione di un animale in posizione di attacco, pronto a saltare sulla preda. Linee generali a parte, però, è tutta diversa a partire dal serbatoio, prima collegato in modo continuo con i convogliatori d'aria e ora separato quasi a ricordare una moto più sportiva. Le "bocche" di aspirazione sono ora più grandi, con convogliatori dall'andamento sinuoso che coprono il nuovo telaio monoscocca, il flusso continua nella parte bassa dei fianchetti e nel puntale che che forma curve e linee meno meccaniche e più organiche. Da qui anche la scelta di usare elementi in tinta con la carrozzeria e non in metallo satinato. 

Scarico: dal cannone al mitra

Sul posteriore rimangono invariati elementi cardine come il forcellone monobraccio e il cerchio dal canale enorme, che catalizza lo sguardo, e la luce posteriore a due elementi sulla parte del sottocodone. Ora non c'è più la doppia striscia a led ma una costellazione di punti luce che crea un pattern a triangoli davvero particolare. Fa una certa scena lo scarico a 4 uscite raccolte insieme, come un gatling gun, al posto del doppio cannone della precedente versione. Rimane comunque l'ispirazione di un'arma da fuoco. 

Nel complesso c'è chi amerà questa versione e chi preferirà la precedente. Quando la diavel venne presentata nella sua prima serie era qualcosa di unico e mai visto prima, ora serviva reinterpretare il concetto senza stravolgerlo, ma dandole una rinnovata vitalità che per forza di cose non fa strappare i capelli come nel 2011. Si tratta comunque di un'interpretazione riuscitissima, che continua a portare avanti la singolarità di un concetto unico nel suo genere pur reinventandosi con un motore V4 al posto del classico due cilindri Testastretta. Come al solito noi possiamo valutare oggettivamente i cambiamenti senza esprimere pareri, ma siamo sicuri che questa "new wave" della Diavel farà discutere gli appassionati.

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