Yamaha AMSAS, e la moto non cade

Il Marchio di Iwata ha presentato un progetto, che vorrebbe applicare a tutti i suoi modelli, per mantenere il veicolo in equilibrio

Yamaha AMSAS, e la moto non cade

21 dic 2022 (Aggiornato alle 12:38)

Della moto che sta in piedi, o che non cade, non è certo la prima volta che se ne sente parlare. Di recente, però, si è aggiunto un altro tassello. Si tratta del progetto Yamaha AMSAS, che è stato resto pubblico a novembre 2022 dallo stesso presidente di Yamaha Motor, Yoshihiro Hidaka, per mostrare i progressi dell’azienda in questo campo. La notizia, tuttavia, era nell’aria già da tempo: già nel 2020 vi avevamo parlato dell’idea del Marchio di lavorare a una moto che non cade.

Come funziona la Yamaha che non cade

Bene, il momento sembra essere arrivato. Yamaha AMSAS può essere inquadrato anche come una risposta al Riding Assist di Honda (presentato per la prima volta al Ces di Las Vegas nel 2017), e anche come un ulteriore passo in avanti rispetto ai radar anteriori e/o posteriori che troviamo già in alcuni modelli come la nuova Yamaha Tracer 9 GT +, che avvertono il pilota nel caso cui in veicolo davanti rallenti e nel frattempo riducono la velocità della moto, frenando e decelerando leggermente. C’è di più. Yamaha AMSAS, in realtà, è stato pensato come un kit da installare su qualsiasi modello della Casa di Iwata. AMSAS sta per Advanced Motorcycle Stability Assist System (Advanced Assistance System for Motorcycle Stability), e sta a indicare una moto che non perda mai la sua verticalità, partendo da un nuovo impianto. Questo è stato installato, per i test iniziali, su una Yamaha R25, a cui sono stati “asportati” motore, scarico e catena di trasmissione.

Al loro posto è stato inserito un pacco batterie e un motore elettrico., in concomitanza dell’esterno della ruota anteriore, quasi sul bordo del cerchio e molto vicino a terra (per abbassare il baricentro del veicolo) e ancorato alla parte inferiore del braccio della forcella sinistra. In questo prototipo, è il motore, così sistemato, che fa muove la moto, ma c’è un ulteriore step. Perché entra in gioco un altro motore che lavora con primo e che ha come funzione quella di muovere lo sterzo per mantenere il mezzo in equilibrio. I due impianti, combinati insieme, mantengono la moto stabile e “in piedi” autonomamente.

Naturalmente c’è ancora molto da lavorare, sia sull’impianto che sulla possibilità di vederlo trasformare in kit per tutti i veicoli Yamaha.

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