Kawasaki A7 Avenger 350, il vendicatore

Avenger, ossia Vendicatore. Un identificativo altisonante, che faceva il verso ai nomi delle grosse bicilindriche inglesi

Giorgio ScialinoGiorgio Scialino

10 mag 2019 (Aggiornato alle 08:48)

Sviluppata sulla base della 250 Samurai presentata nel 1966, la 350 Avenger era già presente sul mercato americano a partire dal 1967. In questa prima serie, esteticamente alquanto diversa dal modello proposto in Italia nel ’71, le linee sono molto arrotondate e l’impostazione turistica, ma il motore disponeva già della cattiveria intrinseca dei modelli Kawasaki che via via negli anni si radicò come un marchio di fabbrica nelle verdone in divenire.

MOLTO AVANZATO PER L'EPOCA, il propulsore bicilindrico era un vero gioiello con la sua aspirazione a doppio disco rotante e i due carburatori racchiusi nei due carter laterali, mentre dietro ai cilindri in alluminio trovava spazio il generatore, sul cui albero era calettato il ruttore dello spinterogeno.

DOTATO DI MISCELATORE AUTOMATICO e di due carburatori Mikuni da 28 mm, si differenziava dalla versione di 250 cm³ per un aumento dell’alesaggio di 9 mm (62 x 56 mm), che dava una cilindrata totale di 338 cm³. Il risultato si traduce in più potenza, più coppia ai bassi e una buona risposta a tutti i regimi.

LA MOTO, INFATTI, SFIORAVA I 170 KM/H, una velocità che si commenta da sola per una 350 di quegli anni, inutile aggiungere che, essendo un 2T, disponeva anche di una notevole accelerazione. Il rapporto di compressione si attestava sui 7:1 e la potenza massima era di 42 CV a 8.000 giri/min.

IL CAMBIO, ROBUSTO E PRECISO, già all’epoca contava su cinque rapporti e questo contribuiva a farne una macchina di prestigio. Come segnalato, questa prima versione si propone con un serbatoio di forma arrotondata (13,5 litri), con ginocchiere in gomma e i fianchi cromati con il logo Kawasaki in rilievo.

ELEGANZA ANCHE NEL FANALE IN TINTA con incorporato un voluminoso strumento ovoidale che racchiude tachimetro e contagiri, mentre l’aspetto turistico è ulteriormente sottolineato anche dalla forcella con soffietti in gomma e dagli ammortizzatori (teleidraulici) schermati.

I CERCHI SONO IN ACCIAIO DA 18” e i freni a tamburo, quello anteriore a quattro ganasce. Per entrambi il diametro è di 180 mm. Parafanghi e marmitte sono cromati e mostrano misure importanti. Il peso dichiarato era di 149 kg a secco e la moto è stata proposta sul mercato estero dal 1967 al 1971.

ACCANTO ALLA VERSIONE A7 c’era anche una versione denominata A7SS che si proponeva come versione Scrambler e si differenziava per l’impianto di scarico alto sul lato sinistro. Entrambi questi modelli sono rimasti praticamente sconosciuti da noi.

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