Special Triumph Trident T 150 V, il tridente infernale 

La Triumph Trident 750 degli anni ‘70 continua ad affascinare ancora oggi, e imbattersi in ottime special realizzate su questa base è tutt’altro che raro

Giorgio ScialinoGiorgio Scialino

16 nov 2018 (Aggiornato alle 11:30)

Uscita per la prima volta dai cancelli di Meridien nel 1968, la Trident della Triumph si è poi evoluta in varie versioni. Questa è la T150 V, la prima con cambio a 5 marce e freno anteriore a disco. Anche se sulla special che vi proponiamo si è scelto di montare un bel tamburo da 230 mm a 4 ganasce con doppie camme e prese d’aria dinamiche.

LA PRIMA COSA CHE SPICCA DI QUESTA REALIZZAZIONE è il riferimento al telaio Featherbed del Norton Manx, la similitudine è data dai due tubi che partendo dalla zona del forcellone curvano prolungandosi superiormente fino nei pressi del cannotto. Inoltre, la larghezza del telaio sotto la sella è stata ristretta da 260 a 200 mm; il tealio è stato poi anche accorciato in lunghezza e rialzato posteriormente. Per seguire le nuove linee, è stato necessario costruire un serbatoio dell’olio realizzato ad hoc e riposizionare tutto l’impianto elettrico.

ALLA FINE, PERÒ, IL RISULTATO PAGA, ed è stato possibile modellare una sella e un serbatoio carburante dalle forme sinuose e di larghezza alquanto contenuta. Come sulle moto da corsa di un tempo, trovano posto a bordo il doppio tappo per il rabbocco benzina, il cinturone sul dorso del serbatoio e la sella monoposto munita di rostro.

LE RUOTE SONO DA 18” ANZICHÉ DA 19” con cerchi in alluminio Borrani. Il mozzo posteriore conico è stato alleggerito e ha una presa d’aria dinamica aggiunta sul piatto. Il forcellone originale è stato rinforzato. I parafanghi sono in alluminio (come pure i serbatoi dell’olio e del carburante). La forcella è di un vecchio Ducati 500 parallelo, con gli steli accorciati e le piastre di provenienza Guzzi modificate.

LA STRUMENTAZIONE consta del solo contagiri e di due spie di servizio - niente frecce, tachimetro e specchietti – mentre il ponte di comando interamente marchiato Tommaselli mostra due splendidi semi manubri in alluminio forgiato, leve Matador e comando gas rapido Daytona, tutto rigorosamente d’epoca.

IL MOTORE È STATO COMPLETAMENTE RIFATTO, sono stati aggiunti solo dei cornetti liberi, un’accensione elettronica Boyer e un impianto di scarico artigianale 3 in 1. Le sovrastrutture sono in nero lucido con parti a vista di alluminio lucidato, mentre il telaio è stato interamente cromato.

DA SEGNALARE che con l’eliminazione di molte parti di serie e il largo uso di alluminio, l’ago della bilancia si ferma poco oltre i 170 kg, il tutto a favore delle prestazioni e del piacere di guida.

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