Prova Ducati Streetfighter V4S, i voti del #SottoEsame

L’azienda bolognese ha messo in discussione il settore delle maxi naked con la nuova Ducati Streetfighter V4S, un vero terremoto al servizio del pilota

Alessandro CodognesiAlessandro Codognesi

25 mar 2020 (Aggiornato il 26 mar 2020 alle 11:00)

Devo confessarlo. Quando Ducati rilasciò la scheda tecnica della Streetfighter V4S, anch’io come tanti altri lo pensai. 208 CV per meno di 200 kg (con il pieno), alette aerodinamiche MotoGP style, per una moto che dovrebbe accompagnarmi (anche) sul lungolago la domenica pomeriggio. Ma questi son matti. Poi però l’ho studiata a fondo, ho parlato con i progettisti, l’ho provata (non per molto, ma abbastanza per avere le idee chiare), e ho scoperto che…ve lo racconto nel nostro consueto #SottoEsame, con tanto di voti per ogni categoria.

DESIGN DUCATI STREETFIGHTER V4S

Possiamo discutere di quello che volete, anche del sesso degli angeli, ma non riesco ad accettare critiche al design della Ducati Streetfighter V4S. Sexy da morire, con quell’aria diabolica ma dannatamente seducente, in Ducati sono riusciti a realizzare l’ennesimo capolavoro. Bravi. Il designer francese (Jeremy Faraud: qui l’intervista prima della prova), mi ha raccontato di essersi ispirato al Joker della DC Comics per disegnare tutta la moto, in particolar modo il faro. La sua intenzione era esprimere l’essenza della Ducati Streetfighter V4S, tranquilla e diabolica allo stesso tempo. Il risultato parla da solo. VOTO 9,5

CONTENUTI TECNICI DUCATI STREETFIGHTER V4S

Difficile chiedere di più. La Ducati Streetfighter V4S deriva dalla sorella carenata Panigale: motore 4 cilindri a V di 1.103 cc, qui capace di 208 CV a 12.750 giri. I 6 CV in meno rispetto alla Panigale sono dovuti in parte ai cornetti di aspirazione, qui a geometria fissa, in parte alle diverse mappature. Il V4 è tenuto a bada da un pacchetto elettronico più completo che mai, che si basa sui dati della piattaforma inerziale a 6 assi e che comprende ABS Cornering, Traction Control, Slide Control, anti-impennata, Power Launch, quickshifter bidirezionale ed Engine Brake Control. Per quanto riguarda la ciclistica, la struttura principale rimane il telaio “Front Frame”, mentre il telaietto posteriore ora è un traliccio in tubi di acciaio. A livello di sospensioni, proprio come sulla Panigale troviamo una forcella Showa e un mono Sachs regolabili, ma qui sono più morbide. Questo gioiello d’ingegneria pesa 201 kg con il pieno, 2 kg in meno se in versione S che tra le altre cose prevede sospensioni semi-attive Ohlins e cerchi forgiati. VOTO 9

 

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