Viaggiare con la supersportiva: avventura o follia?

Che sentimento provate ogni qualvolta vedete un motociclista chino sui semimanubri di una superbike e con zaino e bagagli al seguito? Viaggiare con una carenata è una tortura per molti motivi, ma è anche segno di una passione sconfinata

Viaggiare con la supersportiva: avventura o follia?

Michele LallaiMichele Lallai

10 feb 2021

Abito in un uno dei luoghi preferiti dai mototuristi di mezza Europa e spesso ho visto passare viaggiatori in sella a mezzi davvero assurdi, principalmente gente del Nord. Quando invece incappo in una supersportiva "messa giù da vaggio" un po' alla buona, potrebbe trattarsi anche di un Italiano o di uno spagnolo, perchè la voglia di andare a spaccarsi la schiena facendo centinaia di chilometri sui mezzi manubri è comune a tanti paesi e culture. Ma cosa spinge questi pazzi a caricare il piccolo codino di una superbike con borse e zaini e prendere il largo verso la più stancante delle esperienze?

Identikit di un motoviaggiatore atipico

C'è da precisare che il mototurista con la supersportiva ha - generalmente - un preciso dresscode. Da buon masochista, chi sceglie la moto sbagliata per andare a spasso lontano da casa non indossa capi tecnici comodi e idrorepellenti, ma lo fa con tuta e saponette. Sa anche lui che è la scelta peggiore, perchè con il caldo diventa un sudario e in un passaggio alpino freddo potrebbe diventare un freezer di pelle bovina, ma lui non ci pensa più di tanto e si veste come se stesse andando a un track day... metti che c'è qualche bella curva fra un tratto autostradale e l'altro!

La moto è ingegnosamente equipaggiata con borsoni da sella e borse laterali morbide (quelle universali, perchè per le supersportive non ne esistono di altre), ovviamente sistemati alla meglio sui codini striminziti, e fissate con reti elastiche e cinghie. Non manca mai il nastro americano sulle parti di carena esposte allo sfregamento delle borse, per evitare qualsiasi tipo di graffio. Le gomme? mai turistiche, è sacrilegio, al massimo una sportiva stradale tipo Diablo Rosso o Pilot Sport.

Qualche volta, durante un giro in sella o passeggiando per strada, avrete visto un personaggio come descritto sopra, e avrete pensato "ma chi glielo fa fare a spaccarsi in due su quella roba", ma lui vi passa davanti fierissimo, intutato in sella alla sua moto carica e lucidissima (perchè la lava spessissimo durante il viaggio). Quando capita a me, dico anche io questa frase ma poi lo osservo e provo una infinita stima.

Fare turismo nel modo sbagliato... per scelta

Sono affascinato dalla passione che esprime. Lui non è un mototurista vero, è uno smanettone da strada o da pista che per qualche breve periodo decide di trasformarsi in esploratore del mondo, ma sceglie di farlo con il mezzo che adora a costo di dover spendere uno stipendio dal chiropratico dopo. E la sua non è totale incoscienza, perchè nella maggior parte dei casi non si tratta di un motociclista di primo pelo ma di un rider esperto che di viaggi scomodi ne ha già fatti, e conosce anche i trucchi per sfruttare al meglio lo spazio o le posizioni migliori per riposare braccia e gambe quando si addormentano.

Eppure lui ha scelto, per l'ennesima volta, di fare mototurismo nella maniera che gli da più gusto, anche se è quella sbagliata. Questo atteggiamento non è altro che il segno di una passione infinita e vero amore per la propria moto, la massima espressione dell'essere motociclista fino alle viscere. Se mai vi capiterà, provate anche a parlare con uno di questi pazzi, dietro quella maschera di sudore e stanchezza troverete l'entusiasmo di un bimbo che gioca con il suo giocattolo preferito.

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