Tourist Trophy: riflessioni su quelle vite al limite

Il Covid-19 ha stoppato l'edizione 2020 Il TT è una gara che apre spesso discussioni sul senso della vita, sulla libertà di affrontare il Mountain. Ecco il pensiero di alcuni grandi protagonisti

Tourist Trophy: riflessioni su quelle vite al limite

Mario DonniniMario Donnini

11 apr 2020

"Al TT non si corre per soldi, ma per sfidare se stessi"

Il numero uno del TT del presente, il grande Peter Hickman, rincara la dose: "Da altre parti del mondo, in altre culture e soprattutto con altre sensibilità, possiamo essere giudicati in modo parziale, ma la verità è che per capire cosa facciamo dovrebbero anzitutto conoscere il nostro modo di pensare e di posizionarci, rispetto al concetto di rischio consapevole. E, punto primo, mettersi in testa che chi corre sull’Isola di Man non lo fa per soldi, ma anzitutto per l’immenso piacere della sfida, più con te stesso che con gli altri piloti, se vogliamo dirla tutta".

Hickman dice senza problemi che, a fronte degli alti guadagni nel mondo del motorsport, ai rischi corsi al TT non v’è alcun corrispondente proporzionale in denaro. Per una vittoria nella gara più prestigiosa e remunerata, la Senior, il premio è di circa 20.000 sterline. Nessuno guadagna granché, al TT. Pochi guadagnano poco, pochissimi guadagnano pochissimo, quasi tutti ci rimettono. Questa è la realtà sconvolgente agli occhi di un neofita, piaccia o meno. E le basi su cui poggia questa filosofia sono dedizione appassionata e consapevolezza.

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