Kawasaki Z1 900, l'esagerata

Quando è arrivata, nel 1972, ha cambiato le regole del gioco, non temeva avversari e consolidò la fama di Kawasaki come produttrice di moto dalle prestazioni assolute

Giorgio ScialinoGiorgio Scialino

24 dic 2018

All’epoca, solo Kawasaki poteva osare sfidare se stessa: dopo le indimenticabili 500 Mach III e le furiose 750 Mach IV, arrivò una regina autoritaria chiamata Z1 900. Già dalla prima serie, sui fianchetti laterali, c’era scritto tutto quello che c’era da sapere. Sotto la scritta 900, che dichiarava la cilindrata più alta mai raggiunta per le moderne maxi moto a quattro cilindri, c’era scritto “Double Overhead Camshaft”: Doppio Albero a Camme in Testa.

UNA DICITURA CHE SUONAVA COME UNA DICHIARAZIONE DI SUPERIORITÀ su tutto il resto della produzione. E così era. Se con la CB 750, Honda aveva fatto una moto “da prima della classe”, Kawasaki aveva puntato sulla superiorità delle prestazioni. La moto venne presentata nel 1972, in occasione del Salone di Colonia, e conquistò in un sol colpo pubblico e critica. IL MOTORE, esteticamente splendido, vantava una potenza di 82 CV a 8.500 giri/min, disponeva di un cambio a 5 rapporti e aveva una velocità di punta di quasi 213 Km/h. L’accelerazione era ottima, inoltre la moto era maneggevole nonostante dichiarasse un peso a secco di 230 kg e, contrariamente alle precedenti 2T, disponeva di una discreta tenuta di strada.

LA LINEA ERA ENTUSIASMANTE E MODERNISSIMA: un peso massimo con un attillato completo di sartoria. Oltre al poderoso motore bialbero completato dallo splendido impianto di scarico con quattro terminali, contava su un elegante serbatoio a goccia, completato nella linea da uno snello codino.

IL TELAIO IN TUBI D’ACCIAIO aveva conformazione a doppia culla con rinforzi in lamiera nella zona del cannotto e dell’attacco del forcellone. Era coadiuvato da una forcella teleidraulica e da ammortizzatori idraulici regolabili, e le ruote erano da 19” all’anteriore con un singolo disco da 296 mm (e la predisposizione per un secondo disco) e da 18” al posteriore, con freno a tamburo da 200 mm.

LA PRIMA SERIE (quella del nostro servizio) ha ormai da tempo raggiunto uno status di Cult, ed è comunemente detta "Testanera", per via della verniciatura in nero del gruppo termico e dei carter centrali. La livrea veniva fornita nelle colorazioni arancio su una base rosso scuro metallizzato (candy brown/orange) e giallo su una base verde scuro metallizzato (candy green/yellow). Fu prodotta in quattro serie successive (con poche differenze se non grafiche e l’aggiunta del doppio disco anteriore, e già questo la dice lunga sulla bontà iniziale del prodotto), per un totale di oltre 115.000 unità.

RIMASE IN LISTINO DAL 1972 AL 1977, e in seguito sostituita con una versione di 1000 cm³ denominata Z 1000, che altri non era se non il prosieguo della specie.

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